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«Sostengo Variati
nel suo "no"
alla mozione pro Palestina»

Raramente concordo con il sindaco Variati, ma quando merita ragione non mi astengo dall'esprimerla. Pertanto lo ringrazio per non aver votato una mozione (ovvio, avrei preferito che votasse contro, ma è già tanto quello che ha fatto) che in questo momento è quanto mai inopportuna, proposta dai consiglieri Comunali di Vicenza "Pro-Palestina", consona alla loro sensibilità, cultura e preparazione, in un periodo in cui per mano palestinese e nel silenzio dei media italiani, in due mesi in Israele ci sono stati 23 morti e 186 feriti in 75 attacchi con coltelli, 10 con armi da fuoco, 11 per investimento automobilistico premeditato.Voglio solo sperare che le iniziative richieste a sostegno della causa palestinese, possano perorare cause giuste e non rafforzino il sostegno alla lotta "contro l'Ebreo". Quanto alla soluzione del conflitto israelo-palestinese, i politici italiani farebbero bene ad occuparsi degli italiani, perché se israeliani e palestinesi vorranno giungere a un accordo, quando e se lo faranno potrà essere senza l'egida di terzi; i garanti finora si sono dimostrati inaffidabili per entrambi le parti. I politici locali, invece, dovrebbero occuparsi dei problemi della città, in armonia con il loro programma elettorale che vede il loro impegno profuso per la cittadinanza locale. Disperdere risorse per altri fini danneggia la collettività. La motivazione è stata "l'abbiamo presentata il 10 ottobre": ricordo che in quel periodo Israele già contava morti e feriti della cosiddetta "intifada dei coltelli" che in realtà altro non è che una nuova fabbrica di assassinii d'inermi ebrei, gente comune come noi. L'epoca che stiamo vivendo è così infelice, fragile e nel frattempo così attanagliante e pericolosa che motivazioni proposte senza base di equa cultura, di geopolitica (vera) e di storicità potrebbero avere un effetto devastante. I palestinesi starebbero benissimo e vivrebbero una conflittualità diversa con Israele se avessero un minimo di benessere, benessere violato dai loro kapò che si sono appropriati dei miliardi di dollari ricevuti in donazione nel corso degli anni, anche da noi, se i loro politici avessero governato invece che rubato. Sembra che la nuova villa che Abu Mazen si sta costruendo (ormai in via di ultimazione, con piscina e due eliporti), alla periferia di Ramallah, abbia scoperto il velo delle ambizioni "presidenziali" e abbia sollevato domande in merito ai fondi necessari alla costruzione: si parla di 13 milioni di dollari, per di più circondata da un muro (anche lui con il muro: potrei mettere le mani sul fuoco che in questa circostanza Israele è totalmente estraneo).I due Com.It.Es (Comitato degli italiani residenti all'estero) di Tel Aviv e di Gerusalemme si sono così espressi il 24 novembre in un comunicato stampa: "Ci rifiutiamo di pensare che per la stampa italiana il sangue israeliano possa valere meno di quello europeo". Io non mi rifiuto di pensarlo e sono fermamente convinta che molte persone non abbiano interesse per il sangue ebraico: altre lo vogliono vedere sgorgare per poi commemorarlo, poi c'è chi (in numero assai minore, ma ho la fortuna di conoscere anche belle persone) sostiene Israele e l'ebraismo e di sangue non ne vuol vedere, di chiunque esso sia.

Paola Farina 

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