Davo ancora del “lei”, a Piero Rasotto, prima che un compagno di lavoro, un amico fraterno, quasi un secondo papà per me. È facile e banale dire che ci lasciano sempre i migliori, ma nel caso di Piero ,è veramente così. Una persona come lui si conta sulle dita di una mano. E i tanti che lo hanno conosciuto, molti presenti ieri ai funerali, lo sanno. Innamorato della sua famiglia, del lavoro e del Lanerossi Vicenza, come lo chiamava: e manco a farlo apposta, il Vicenza ha vinto a Perugia nel giorno del suo addio; chissà da lassù come avrà gioito. Grazie Piero per quello che mi ha insegnato in questi 30 anni di vita assieme.
Stefano Fumaroni