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«Partecipazioni dei Comuni
e cessioni di quote»

L'esito del convegno di ForgiareIdee a Monte Berico sul tema dei servizi pubblici ha visto, tra l'altro, la partecipazione di un autorevole rappresentante dell'Autorità per la regolamentazione dei servizi pubblici, il quale ha ribadito che le tariffe dei servizi pubblici sono determinate dai costi diretti di gestione del servizio svolto.Nulla di nuovo sotto il sole anche se la ricetta in salsa vicentina ha, alle volte, un sapore strano. A tale riguardo e per restare a due esempi di estrema attualità mi chiedo, in un caso, che c'azzecca in tale lapalissiana consapevolezza la richiesta di Acque vicentine fatta ai Comuni serviti di acquisire una quota di partecipazione al capitale societario della società medesima, in rapporto al numero degli abitanti di ciascun Comune. Acque vicentine è titolare del servizio di gestione del servizio idrico integrato a favore di molti Comuni vicentini in forza di un contratto sottoscritto con l' AATO Bacchiglione con un affidamento "in house". Non mi risulta che questo contratto preveda anche l' obbligo di acquisto di quote azionarie da parte dei Comuni serviti da Acque vicentine e, men che meno, trattandosi di un contratto di servizio mi risulta che ci debba essere una diversa considerazione dei problemi relativi al servizio gestito tra i Comuni soci di Acque Vicentine ed i Comuni non soci.L'altro esempio, che mi coinvolge più direttamente e che riguarda il Comune di Lonigo, è riferito alla gestione del servizio del gas metano cittadino. In una recente intervista l'assessore Rosin ha dichiarato la volontà della amministrazione comunale di voler mettere sul mercato, per fare cassa, la propria quota di partecipazione alla società Unicoge. Questa società, partecipata anche da altri Comuni del veronese, è titolare del servizio di distribuzione del gas cittadino.La volontà dell'attuale amministrazione comunale di procedere alla vendita della propria quota obbligherà il nuovo acquirente, a fronte del costo che dovrà sostenere (l'assessore Rosin parla di 2,5 milioni di euro), ad aumentare ovviamente le tariffe per tenere conto di questa componente di costo del servizio, per cui il cittadino utente si vedrà costretto a pagare una quota annua di ammortamento di tale componente di costo che si somma all'importo della tariffa vigente. Si tratta nei due esempi che ho ricordato di una tassazione occulta che viene posta, arbitrariamente e senza alcuna ragionevole oggettività, in capo ai cittadini utenti non trovando in entrambi i casi un riferimento diretto ad un miglioramento dei servizi erogati. Specialmente in questo momento di gravi difficoltà economiche in capo ai nuclei familiari a causa di una difficile e prolungata crisi economica, credo che entrambe le ipotesi debbano essere convintamente cassate: in caso opposto sarebbe un grave sopruso a danno del cittadino utente.

Luigi Tassoni

Consigliere comunaledi Lonigo

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