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Non sono d'accordo
con le squalifiche

Sono noto come "bieco tifoso" nel mondo dell'atletica di Vicenza ma intendo comunque pronunciarmi in merito alla vicenda dei 26 azzurri proposti per la squalifica e mi chiedo: quanto ci sarà di frode ("Dopati si sono, non c'è alternativa!") o quanto vi sia di stupido menefreghismo rispetto a certe regole, dal momento che i primi a non farle rispettare erano i dirigenti e loro delegati? (Una sorta di - ben negativo - "menefreghismo ambientale"?). Impossibile distinguere ora, ma non riesco a non vedere la differenza fra una squalifica come deterrente a non "cadere in tentazione", infischiandosi dell'esigenza di notificare i propri spostamenti; e una comprovata positività derivante dall'aver assunto sostanze dopanti. Condivido in pieno la campagna come deterrente, nella quale entrano misure come la squalifica di Carolina Kostner: un'atleta certamente non dopata, ma colpevole di aver "coperto" i sotterfugi del "moroso" Alex Schwazer, che ha poi ampiamente confessato di essersi dopato. Ma i quattro anni di squalifica inizialmente proposti per lei mi sembravano certamente uno sproposito rispetto alla sua mancanza. E confesso che sono favorevole alla squalifica a vita per chi è colto palesemente in fallo nel doparsi, perché alla base c'è lo spirito di frodare, la colpa per me più antisportiva. Trovo però esagerata la squalifica di due anni per l'aver mancato di comunicare gli spostamenti, anche sotto il profilo del giudizio morale sulle persone/atleti. Da "colpo da bandito" a "colpo de mona" c'è una bella differenza! E lo affermo, non senza manifestare una immutata stima e fiducia in alcuni degli atleti nostrani, fra cui permettetemi di citare Matteo Galvan, che conosco personalmente, e sul quale - credo proprio in sintonia con il compianto Gec Marchetto - metterei la mano sul fuoco.Spero però ora che, oltre alla Russia, al Kenia e ad altri Paesi, che sono stati sanzionati pesantemente e che potranno rivelarsi più "timidi" alle prossime Olimpiadi, si aggiunga anche la Spagna, e qualche altro Paese ringalluzzito da risultati, a questo punto, tutti dubbi. E che di conseguenza i nostri atleti puliti si trovino a combattere più ad armi pari nelle prossime competizioni internazionali, Olimpiadi in primo luogo, ma non solo.

Toni Brunello 

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