<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Non dobbiamo perdere
le nostre tradizioni»

In questi giorni, periodo di avvento, quindi di preparazione al Santo Natale, si sente parlare sempre più spesso, nell'ambito scolastico soprattutto, dell'opportunità di fare o non fare il presepe nelle scuole.La cosa che mi ha spinto a scrivere è stata una dichiarazione che ho ascoltato alla radio, fatta da un preside di una scuola del circondario di Vicenza, credo, secondo cui è preferibile non fare il presepe per evitare di irritare gli alunni di altre religioni.Non voglio assolutamente fare polemiche, ma che il mio credo possa irritare persone che la pensano diversamente non mi predispongono assolutamente ad accettare una rinuncia di questo tipo, davvero tanto importante quale la natività di Gesù.Ricordo quand'ero bambina che in ogni famiglia si faceva il presepe, a volte con le statuine di cartone ricavate dalle scatole di scarpe e la raccolta del muschio, quello vero, e il ghiaino che spesso si recuperava ai margini delle strade, e lo specchietto per fare il laghetto sottratto dalla borsetta della nonna.I bambini, i nostri bambini, sono cresciuti con queste immagini e aspettative. Già l'albero di natale ha offuscato un pochino la natività di Gesù, adesso non fare il presepe perché potrebbe disturbare... mi pare un paradosso.Si vuole togliere anche il crocifisso, perché vedere un uomo in croce può impressionare (sono millenni che viene esposto e credo che non abbia mai traumatizzato nessuno), ma una natività, considerato che in ogni Paese del mondo la nascita rappresenta una festa, un grande evento, perché non rievocarla? Oppure il Natale lo festeggiamo solo con i pranzi strepitosi e con i pacchi dono?Cerchiamo di non avere idee distorte sui significati delle festività perché sono ricorrenze sacre e la sacralità va difesa e rispettata.Io credo fermamente che ognuno di noi debba rispolverare un pochino il suo passato e rivivere, facendo rivivere anche ai nostri figli ed ai nostri nipoti le emozioni delle piccole e semplici cose che fanno parte della vita e che non hanno mai ferito nessuno.Io, per motivi di lavoro di mio marito, ho cambiato molte sedi e mio padre mi ha insegnato che se mi volevo inserire nella nuova città che mi ospitava, mi dovevo adeguare alle usanze del posto, senza rinnegare le mie, ma di non aver la pretesa che gli altri si adeguassero a me.Cerchiamo pertanto di essere coerenti e di non rinnegare la nostra straordinaria e millenaria cultura, ma di dare esempio, senza tentennamenti, che questo è il nostro mondo dove siamo nati, dove abbiamo vissuto e vogliamo vivere con serenità e armonia di pensiero e di comportamento.

Annamaria Boer

Vicenza 

Suggerimenti