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«Ma sui social network
c'è anche la solidarietà»

Qualche settimana fa, durante l'omelia della Messa domenicale, il parroco di Malo ha detto che sui social media c'è tanto razzismo. Sono d'accordo con lui che le idee che si esprimono tante volte travalicano il rispetto per le idee degli altri e le opinioni sui fatti che succedono non lasciano il campo ad una giusta riflessione, ma finiscono sempre o quasi in commenti non eleganti. Per aver difeso i migranti, come persone, sono stato insultato e ho dovuto circa un paio d'anni fa chiudere il mio profilo Facebook. Potevo denunciare la persona che mi ha coperto di infamia, in modo di difendere sempre le proprie idee, ma nauseato dai commenti "in aiuto" a quella persona, ho alzato bandiera bianca. Ma non sono cambiato. A qualche persona che si lamenta perché tanti extracomunitari escono dalla Caritas con borse piene di pasta, olio e altro, alimenti raccolti nei negozi o supermercati o viene portata a casa la spesa "di nascosto" a famiglie italiane, dico loro che non si devono lamentare poiché loro non hanno comperato e donato quel cibo, come hanno fatto tante persone di cuore. Devo dire che sui social c'è tanta solidarietà. Ne sono prova le campagne a favore di associazioni no profit in sostegno dei tanti progetti di aiuto a tante popolazioni, colpite da calamità naturali. Grande il sostegno di questi giorni, alla popolazione del Beneventano e grazie alla corsa all'acquisto di pasta Rummo si sta risollevando quel pastificio che occupa 1500 dipendenti dallo spettro della chiusura.

Mariano Maino 

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