<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
REGIONE

«Perché questa volta non ho votato»

Ora che in Regione sono state fatte le nomine, è giunto il momento di togliere i sassolini dalle scarpe senza, si spera, urtare la sensibilità di nessuno.

Ora che in Regione sono state fatte le nomine, è giunto il momento di togliere i sassolini dalle scarpe senza, si spera, urtare la sensibilità di nessuno. Rinunciare per la prima volta ad esprimere il voto, mi ha creato qualche imbarazzo ricordando il vecchio adagio popolare" pexo par ti ".Ma questo è avvenuto, se può essere un' attenuante, perché il mio candidato mi ha suscitato da subito una certa idiosincrasia.In secondo luogo non mi è sembrato giusto partecipare ad una consultazione che avrebbe comunque sancito una vittoria ampiamente prevedibile; meglio quindi far parte del maggior partito italiano cioè il partito dell'astensionismo. E del confermato Presidente della Regione ognuno può dire tutto il bene possibile, ma il suo successo ha origine in particolar modo dal fatto , spesso mal celato, di essere stato il candidato più credibile in grado di opporsi agli stranieri che vengono per "bastardare la rasa" come si usa dire a Treviso, salvo il non avere capito nulla di un enorme fenomeno corruttivo in corso. L'età e l' esperienza che ne deriva lasciano parecchie perplessità in merito e comunque anche il dormire comporta una responsabilità. In un paese civile, questo enorme scandalo avrebbe portato subito alle dimissioni del Consiglio Regionale ed all'azzeramento di tutta la dirigenza e per questo rivendico il diritto di non aver votato un organismo che, vedi le inchieste in corso in troppe regioni, non fa altro che moltiplicare le occasioni per rubare a scapito dei cittadini onesti. Peccato che il mio ex partito di riferimento non abbia saputo dire tutto questo in campagna elettorale. C'è un altro sasso nella scarpe ,forse ancora più grosso ,e riguarda l'elezione a consigliere regionale di un politico di lungo corso che rappresenta da sempre la lobby della caccia nel territorio. Ebbene, qualche anno fa c'è stata un'inchiesta perché molti cacciatori iscritti al Pdl e che facevano riferimento all'associazione venatoria di cui il nostro è riferimento, si sono trovati, usandone arbitrariamente i dati personali, fra i tesserati nonostante molti fossero notoriamente agli antipodi sul piano politico. Questo, è chiaro, è stato architettato per sovvertire i rapporti di forza all'interno del partito. Questa vicenda tra l' altro ha avuto ampio risalto sui media locali e non si capisce perché nessuno in campagna elettorale se ne sia ricordato. Si badi bene che questa non è una questione di lana caprina ma il ripetersi di una pratica che se si fosse svolta a Gioia Tauro, Gela o Casal di Principe, avrebbe fatto intervenire la Commissione Antimafia. Sarebbe interessante a tale proposito che una ex eurodeputata di Thiene o l' ex sindaco di Vicenza assieme, naturalmente, al consigliere regionale neo-eletto, raccontassero a che punto sono le indagini oppure se e perché il tutto sia stato archiviato, anche alla luce della legge Severino. Renzo Rancan

Suggerimenti