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Veneto Banca

«Il risparmio
popolare distrutto»

Il Risparmio Popolare viene distrutto. L'art. 47 della Costituzione Italiana dispone: «La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito».... Questo valore etico, dettato dalla nostra Carta, ha il fine ultimo di favorire il risparmio popolare, cioè quello che si crea presso le famiglie, affinché sia investito in attività sane e prudenti, al fine di contribuire allo sviluppo ordinato della nazione. Le recenti vicende e le conseguenti decisioni, che stanno interessando la banca, i cui piccoli soci noi rappresentiamo, e cioè Veneto Banca, stanno violando questi principi costituzionali. La maggior parte dei soci (soprattutto i piccoli) hanno infatti investito i loro risparmi in azioni di una Banca Popolare, proprio perché universalmente reputate al riparo dalla speculazione. La distruzione di risparmio in atto verrà ulteriormente accentuata dalle delibere che i vertici di dette Banche stanno per assumere, su direttive della Banca Centrale Europea. Tali direttive hanno obbligato gli amministratori delle nostre banche ad addebitare a conto economico, in unica soluzione, importi considerevoli, relativi ad avviamenti e crediti deteriorati, generando quindi perdite gigantesche, di origine prevalentemente esogena perché indotte da una crisi planetaria, che meriterebbe di essere affrontata con maggiore gradualità, lungimiranza e rispetto per i più deboli. Conseguentemente il patrimonio netto di queste banche è stato di fatto svalutato di circa il 30%, con pari riduzione del valore delle rispettive azioni. Inoltre i risparmiatori, che hanno riposto la loro fiducia in dette banche del territorio, possiedono ora azioni, oltre che svalutate, anche da tempo non negoziabili. Non solo. La Banca Centrale Europea ha imposto ai vertici di questi Istituti di procedere velocemente ad una repentina e importante ricapitalizzazione. Anche se, in linea di principio, la ricapitalizzazione è una pratica virtuosa e necessaria, essa, di fatto, non può essere attuata con la tempistica voluta dalla BCE, data l'attuale indotta sfiducia dei soci verso la banca ed il sistema del credito in generale. Se questo percorso venisse comunque imposto, vi è il pericolo che s'incrini definitivamente anche la fiducia nelle stesse Istituzioni, nella politica e quindi nel sistema paese. L'evoluzione prevedibile di tale infernale meccanismo sarà quello di provocare un irreversibile svilimento del corso delle azioni, in danno degli azionisti piccoli risparmiatori e a beneficio degli speculatori, che diventeranno padroni delle banche in questione. Tale drammatica situazione merita un pressante appello alle Istituzioni del nostro Paese, in modo che il risparmio popolare non venga dissolto a causa di una direttiva in palese contraddizione col dettato costituzionale. Diamo il giusto peso alle parole del Presidente della Repubblica, pronunciate in occasione della giornata del risparmio di questi giorni: «il risparmio rappresenta una risorsa preziosa sia per il bilancio delle famiglie, sia per il finanziamento delle attività delle imprese, sia, infine, a sostegno delle attività per le quali lo stesso Stato ritiene di indebitarsi sul mercato. La sua difesa e promozione è fra le finalità tutelate dalla Repubblica, finalità che devono trovare sempre più attenzione, anche attraverso il completamento del processo di unione bancaria, a livello europeo».

Marika Lion

Associazione Azionisti Veneto Banca 

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