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«Dalla Regione serve uno sforzo per i disabili»

Il valore della persona anziana caratterizza i contenuti della legge regionale sull’invecchiamento attivo, approvata nei giorni scorsi (prima della pausa feriale) dal Consiglio regionale. Un importante obiettivo raggiunto con la concertazione voluta dall’assessora al Sociale, Manuela Lanzarin. Alla base di questa legge ci sono le linee guida del “tavolo tecnico” al quale hanno partecipato anche i rappresentanti dei Sindacati Pensionati di Cgil Cisl Uil, del Volontariato, del Forum Veneto Terzo Settore, della Cooperazione, del Non Profit e delle Ipab. È auspicabile che già dal prossimo mese di settembre, la Regione e le Parti sociali promuovano congiuntamente, la cultura dell’invecchiamento attivo: attuando convergenti disponibilità politiche; costituendo sedi territoriali di confronto; realizzando azioni di convinta e costruttiva partecipazione. Convergere su obiettivi condivisi dai sindacati, dal terzo settore e dalle pubbliche amministrazioni, significa dare gambe, dare prospettive, all’invecchiamento attivo intergenerazionale che porta l’anziano ad aprirsi al giovane con un bagaglio di esperienza, di professionalità, di saggezza, di conoscenza e di solidarietà, che arricchisce il cammino, oggi non semplice, del giovane che deve guardare e rapportarsi all’anziano con il dovuto rispetto e con disponibilità nell’aiutarlo ad uscire dalla solitudine e dall’isolamento. Adesso, dopo l’approvazione della legge sull’invecchiamento attivo, la Regione deve fare un altro sforzo per rendere esigibile il Fondo per la non autosufficienza e la disabilità. La legge regionale n. 30 del 18 dicembre 2009, in quel fine anno, non è stata un’operazione puramente elettoralistica in vista del voto amministrativo del 2010. Chi strumentalmente afferma tale falsità, non solo presta il fianco a quelli che in questi sette anni non hanno finanziato (annualmente con non meno di 900 milioni di euro) quel Fondo, ma ciecamente vuole cancellare dalla memoria dell’opinione pubblica la straordinaria mobilitazione popolare, promossa e realizzata da Spi – Cgil Fnp – Cisl Uilp – Uil, con il sostegno delle Associazioni dei Disabili, con la quale nel biennio 2008 / 2009 sono state raccolte oltre cinquecentomila firme a sostegno di una proposta di legge (successivamente, come sopra riportato, approvata dal Consiglio regionale il 18.12.2009) per ridurre la compartecipazione ai costi socio-assistenziali, e anche per una parte di quelli sociosanitari, che gravano pesantemente sui redditi delle famiglie con congiunti non autosufficienti e/o disabili. Le risorse per rispondere alle necessità umane delle persone (uomini e donne di tutte le età) con invalidità croniche (limitandoci ai soli dati Inps 2017, in Veneto sono 190.166 i non autosufficienti e i disabili), si potevano, già dal 2010, e si possono benissimo reperire: equilibrando la spesa sociosanitaria delle Aziende Ulss; aumentando il valore delle impegnative di residenzialità; veicolando verso il Fondo della L.R. 30/2009 una parte delle disponibilità a scopi sociali delle Fondazioni Bancarie; eliminando gli sprechi; contrastando le evasioni fiscali; realizzando collaborazione e convergenza tra le Amministrazioni Comunali. Sostanzialmente ci vuole la “buona e concreta volontà politica“, altrimenti con le fumose parole non si risolvono i problemi delle persone fragili , povere, disabili e non autosufficienti.

Franco Piacentini

Socio Auser

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