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We are Lane

Cose già viste, ma adesso serve vincere anche da brutti

L’abbraccio prolungato tra Cappe e Padella prima del fischio d’inizio è quasi da libro cuore. “Bentornato amico mio“, sembra dire Padella. Bentornata difesa a 4. Poi però succede che il gol lo prendi con il nuovo modulo e i difensori schierati in area e trovi il pareggio con un 3-5-2 con cui ci aveva abituati Baldini e che tanti critici aveva trovato. Ma dopo il pari sofferto di ieri capisci che non è più una questione di terzini o di spregiudicatezza, ma di limiti di un gruppo che non è squadra nemmeno con il 4-3-3 dopo che per due mesi e mezzo ha lavorato su altri principi di gioco.

E allora sale il nervosismo dei giocatori, la paura di un passaggio, il timore che il pubblico ti fischi. Poi arrivano le semi contestazioni (più che giustificate) del pubblico, i cori della curva e così via. Una spirale che tutti abbiamo vissuto solo sei mesi fa ed è andata come è andata. Dopo la sfida di ieri c’è la brutta sensazione di rivivere lo stesso incubo della passata stagione, fatta di delusioni, sconfitte e proteste ed è come se quel mood stia riaffiorando. Questa squadra in questo momento non merita di essere annoverata tra le candidate per le serie B, il valore in campo attuale del gruppo (non della rosa) è di una formazione di media classifica con troppi singoli che steccano gara dopo gara e una personalità che fatica a venire fuori.

Manca la foga che serve in C, manca il senso di battaglia collettivo. Con il passare del tempo di essere belli non interessa più a nessuno, ora serve vincere, anche con un golletto buono a curare i limiti del Lane.

Eugenio Marzotto

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