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We Are Lane

Vicenza, sconfitta numero 14 e settimo posto: serve una svolta vera

Si è chiuso il campionato delle delusioni, ora con i playoff inizia un nuovo torneo
Piacenza-Vicenza, i biancorossi a fine gara (Foto TROGU)
Piacenza-Vicenza, i biancorossi a fine gara (Foto TROGU)
Piacenza-Vicenza, i biancorossi a fine gara (Foto TROGU)
Piacenza-Vicenza, i biancorossi a fine gara (Foto TROGU)

Il Vicenza di Baldini, Modesto e Thomassen finisce il suo campionato al settimo posto con 58 punti, scavalcato all'ultima curva dalla Virtus Verona (differenza reti) e dal Padova che nell'ultima giornata vince e convince in quel di Mantova. Con buona pace di chi a inizio campionato aveva pronosticato un Lane a dominare il girone A, quello che invece è successo al Catanzaro. E per fortuna che è arrivata la conquista della Coppa Italia di serie C, sì la "coppetta" snobbata che però tiene a galla le possibilità di giocarsi un finale di stagione buono per sognare di centrare l'obiettivo pur con un sano realismo figlio dei numeri: il Lane ha sì trovato 64 gol ma ne ha subìti 47, tantissimi, e nemmeno la cura Thomassen ha invertito la rotta. Insomma, dal 7 maggio, giorno della prima gara degli spareggi sarà dura, durissima ma sperare in un miracolo sportivo costa davvero poco. Peraltro dire che i playoff sono un campionato a parte, non è retorica, il torneo che per il Vicenza inizierà dagli Ottavi di finale, può davvero diventare esaltante se e solo se, la squadra troverà compattezza e spavalderia che in queste 38 partite si è vista solo a tratti.

Ferrari dipendente

Anche a Piacenza i biancorossi hanno dimostrato che senza un vero bomber che fa reparto da solo, il Vicenza diventa una squadra normale. Ferrari non ha solo avuto il merito di segnare 19 reti in campionato (più cinque in coppa), ma è diventato fondamentale per la manovra del Vicenza, ed è sintomatico come la sua percentuale di efficacia sia rimasta la stessa nonostante il cambio di allenatori. Insomma, dell'attaccante argentino non si può fare a meno, giusto preservarlo come ha fatto Thomassen che non l'ha nemmeno convocato per la sfida allo stadio Garilli.

Cappe e Ierardi

Ora diventerà fondamentale il ruolo di Cappelletti che si candida a guidare la truppa in campo da giocatore esperto e leader di un gruppo che di veri leaders ne ha sempre avuto bisogno. Insieme a lui, sembra pronto a giocare Mario Ierardi, finito ko proprio nel momento migliore della sua stagione con quell'infortunio durante la gara di andata contro la Juve N.G. allo Stadium. Avere in difesa gente come Cappelletti, Ierardi in coppia con Pasini, può davvero cambiare la vita se la squadra saprà però difendere insieme.

L'atteggiamento

La vera questione rimane sempre la stessa: questa squadra ha davvero il Dna di un gruppo che sa soffrire, lottare, giocare con intensità, sacrificarsi come chiede la serie C? I dubbi sono tanti per quello che si è visto quest'anno e anche per ciò che si è visto a Piacenza. Vero che Thomassen sabato ha schierato una formazione rimaneggiata, ma i vecchi problemi sono tornati. Quando lo stesso allenatore nel post gara parla di «mancanza di energia, poco coraggio o scarsa cattiveria», sembra di sentire i suoi predecessori. Ed è la cosa che preoccupa di più. La domanda è? Si può davvero cambiare l'identità di un gruppo a maggio?

Ritiro e scommessa

Tra qualche giorno la squadra di Thomassen partirà per un ritiro buono a preparare i playoff e ritrovare fisicamente il gruppo. Saranno giorni fondamentali, soprattutto per guardarsi negli occhi e capire chi ci sta davvero a fare un'impresa, svoltare davvero in questo finale di stagione e dimenticare le tante delusioni..

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