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We are Lane

Un Vicenza cresciuto a pane e pecorino

Ogni impresa ha bisogno del suo eroe e allora quando al 27’ della ripresa la curva canta “Modesto uno di noi”, è come se si celebrasse la rimonta del Lane in classifica e il ritorno di un faro in panchina.

Ogni impresa ha bisogno del suo eroe e allora quando al 27’ della ripresa la curva canta “Modesto uno di noi”, è come se si celebrasse la rimonta del Lane in classifica e il ritorno di un faro in panchina. Anche perché l’ultimo osannato dalla Sud era stato un certo Mimmo Di Carlo che Modesto andrà a sfidare domenica nello scontro diretto con il Pordenone. 

Cinque vittorie di fila, sei se si conta la coppa, non arrivano per caso. Questo Vicenza che non becca gol e in campo gioca con tanta solidità non è ancora bello ma è tanto efficace. La squadra Modesto cioè incassa meno reti rispetto alla gestione Baldini ma ne fa anche molte meno (Ferrari non segna da tre giornate). In pratica va a in gol quando serve e ha la capacità di soffrire e cambiare modo di stare in campo. Butta la palla in tribuna quando è necessario, soffre a dispetto dell’estetica. Il calcio di Modesto è figlio anche di radici ancestrali, di pane di Cutro e pecorino.

Il Vicenza arriva alla sfida di Lignano da solo in vetta e sembra pure impossibile pensando a come si era messa la classifica. Quindici punti di fila, nove in una settimana, portano autostima e sicurezze con la logica di un gruppo che è sempre più squadra. Perché se cambi gli interpreti (ieri ad esempio di è rivisto Cappelletti) e il risultato non cambia vuol dire che qualcosa di buono si è costruito con calma e molta chiarezza nei ruoli, dentro e fuori dal rettangolo verde. Com’è bello godersi una settimana lassù e se anche la coppa non regalasse sorrisi, non sarebbe un dramma.

Eugenio Marzotto
eugenio.marzotto@ilgiornaledivicenza.it

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