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We are Lane

Squadra snob e distratta, l’umiliazione è meritata

A furia di pensare di essere una squadra forte, va a finire che ci credi e poi perdi di brutto com’è successo al Vicenza a Lecco.
Lecco-Vicenza (foto TROGU)
Lecco-Vicenza (foto TROGU)
Lecco-Vicenza (foto TROGU)
Lecco-Vicenza (foto TROGU)

A furia di pensare di essere una squadra forte, va a finire che ci credi e poi perdi di brutto com’è successo oggi. Tanti limiti, forse antichi, quelli visti a Lecco. Ma uno è più grave degli altri, ossia la mancanza di umiltà, con uno stare in campo al limite della spocchia. Sono mancati gli attori protagonisti del filotto di Modesto: Stoppa, Dalmonte, Ferrari, Cavion, Ierardi, per non parlare di un Pasini con la testa chissà dove.

Il Vicenza ha strameritato l’umiliazione al Rigamonti-Ceppi perché è entrato in campo con l’atteggiamento del parente snob che viene a trovarti per mostrare la sua ultima auto di lusso. E invece serviva la semplicità di una efficace Panda. Cinque tacchi nel primo tempo (uno in fase di disimpegno), l’ossessione dei passaggi di prima davanti l’area e la ricerca del fraseggio elegante (peraltro mai riuscito), non solo è stato improduttivo ma totalmente inopportuno. Serviva la garra, l’aggressività tanto declamata dal mister e invece in campo sono entrati undici giocatori convinti che tanto un gol sarebbe arrivato.

Modesto aveva avvertito la truppa alla vigilia: «Dobbiamo essere cinici». Si è trovato una squadra senza carattere. Spiegheranno che la classifica è corta e che tutto è ancora in gioco per la promozione in B: vero, ma certi segnali preoccupano. Come se per l’ennesima volta ci sia tutto da rifare.

Eugenio Marzotto
eugenio.marzotto@ilgiornaledivicenza.it

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