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Il Lane, il dubbio e la lettera innominabile

Meglio usare le precauzioni. Soprattutto quando si arriva da una stagione deludente dove solo la coppa Italia di serie C ha lenito un po’ le ferite di un campionato 22/23 in cui il Vicenza è arrivato settimo con 58 punti e tre allenatori su quella panchina che scottava ogni mese di più.

Meglio usare le precauzioni. Soprattutto quando si arriva da una stagione deludente dove solo la coppa Italia di serie C ha lenito un po’ le ferite di un campionato 22/23 in cui il Vicenza è arrivato settimo con 58 punti e tre allenatori su quella panchina che scottava ogni mese di più.

Ma si riparte e si riparte da qui, perché il bello del calcio è che ti dà sempre un’altra occasione, lo fa con le squadre, con i singoli giocatori e pure con i tifosi che dopo una delusione d’amore possono tornare a brindare con la propria passione. Ebbene, un anno fa eravamo tutti qui trionfanti e a tessere gli elogi di un mercato scoppiettante con l’arrivo dei vari Ferrari, Rolfini, Ronaldo, Scarsella Stoppa, Begic con un Dalmonte in più e un Della Morte pezzo da novanta a gennaio nel pacchetto attaccanti (ma non serviva un difensore?) . E’ andata come sappiamo tutti, ma lo sa soprattutto la società e mister Aimo Diana, che come una testuggine stanno facendo fronte comune al grido di “volare basso” perché le ferite non si sono rimarginate del tutto. Nessun proclama ma testa bassa, poi è chiaro che quella lettera (la seconda dell’alfabeto) ce l’hanno tutti in testa, sostituita questa estate dall’ambiente biancorosso nelle dichiarazioni pubbliche, in un “lavoriamo per un obiettivo importante”, una parafrasi efficace che riporta a quella seconda lettera dell’alfabeto innominabile.

Ed ecco perché l’aria che si respira tra i tifosi è quella dell’attesa, una fiducia che non è più a prescindere con un tesoretto di 6 mila e oltre abbonati che comunque vada saranno lì a tifare, bestemmiare, gioire e piangere per un sogno. Qualcosa è cambiato però e in tutto questo c’è molto del dg Rinaldo Sagramola, il vero regista di un’estate in cui è riuscito a trovare il sì di Aimo Diana e con lui costruire una squadra a sua immagine e somiglianza, con il diesse Luca Matteassi alla prova del grande calcio che ha la responsabilità di non sbagliare la gestione della squadra in un campionato lungo e logorante.

Tutti e tre si mettono in gioco per la prima volta, il dg era arrivato alla fine del 2022 a campionato in corso, Diana e Matteassi ripartono da zero in una piazza che chiede di cambiare registro. Sullo sfondo la famiglia Rosso e soci che hanno investito con metodo, attenti più che in altre occasioni al bilancio, alle uscite e ai costi, puntando a capitalizzare, da Begic ai gioiellini del settore giovanile. Con Sagramola a pieni poteri da inizio stagione, è cambiato il mood. Ordine, equilibrio e razionalità, per vincere in serie C servono pochi e precisi elementi e l’arrivo dell’allenatore Diana (preparato e ambizioso) è il tassello più importante di tutto il puzzle biancorosso.

Dal punto di vista tecnico è cambiato tutto. A cominciare dalla difesa, quel reparto che l’anno scorso ha subìto 47 reti, cioè la terza-quarta peggior retroguardia del campionato. Il Lane che gioca molto sulle fasce, ha trovato con Costa e De Col due giocatori di ruolo senza inventarsi niente, Ronaldo va a fare il play che è il suo ruolo naturale e non farà più il medianaccio, Ierardi (tenerlo è stato come un nuovo acquisto) nella difesa a tre si sentirà più a suo agio, davanti Ferrari giocherà con uno o due compagni di viaggio alle spalle avendo più soluzioni per fare gol.

Più di tutto però conterà l’equilibrio fuori dal campo, perché di giornate storte ne arriveranno, scialbi 0-0 nella nebbia padana di novembre sono garantiti, così come tanti pullman da spostare davanti all’area di Confente senza però riuscirci. Ecco, sono quelli i momenti in cui stare calmi e ragionare, la cartina di tornasole per capire se ci meritiamo tutti “un obiettivo importante”.

Diana ha già fatto capire che non sarà una partenza sprint, all’orizzonte non si vedono 6-1 alla prima di campionato, niente strappi ma un percorso da maratoneti con l’andatura costante. Ma al popolo biancorosso in fondo non importa come, interessa che la seconda lettera dell’alfabeto venga scritta in grande a giugno 2024. Buon viaggio Vicenza.

Eugenio Marzotto
eugenio.marzotto@ilgiornaledivicenza.it

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