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We are Lane

Il Citta, il Lane e un algoritmo al posto del budget

Può un numero classificare un giocatore, spiegare chi è, come gioca, quanto scende in campo ed essere utile alla causa della squadra? Un algoritmo può determinare l’acquisto di un giocatore?

 

È quello che si sono chiesti sette anni fa al Brentford, una piccola squadra londinese che milita in Championship, la serie B inglese e che per la terza volta in cinque anni si sta giocando l’accesso alla Premier League, l’olimpo del calcio mondiale. Il protagonista di questa storia è Matthew Benham, il presidente del club che decide di rilevare “le api biancorosse” al limite del tracollo economico. Banham è laureato in fisica è stato vice presidente della Bank of America, ma soprattutto deve le sue fortune economiche per aver creato un colosso delle scommesse in Inghilterra, la Premier Bet. Insomma, con i numeri ci sa fare e la cosa lo appassiona sempre di più fino a conoscere un certo Rasmus Ankersen, amministratore delegato di un piccolo club danese capace però di vincere il campionato pur avendo esigue disponibilità economiche. Il segreto? Un algoritmo e l’analisi statistica di centinaia di giocatori anche delle serie minori. A questo ha aggiunto un lavoro enorme di scouting, ovvero la ricerca e la selezione di giocatori scelti però in base ai numeri. Tanto che in modo provocatorio Ankersen sostiene che il calcio è dominato dalla statistica più che dagli uomini.

 

Lo schema del presidente del Brentford è molto semplice e in fondo richiama al metodo Marchetti del Cittadella

 

SCOUTING. Secondo degli studi la maggior parte delle aziende investe solamente il 2% del proprio tempo per reclutare ed assumere la propria forza lavoro e poi spende il 75% del tempo per rimediare agli errori commessi in fase di selezione.
Il Brentford (e ovviamente anche il Nordsjelland) cercano di sfruttare questa falla, dedicando moltissimo tempo allo scouting aiutandosi proprio con l’analisi accurata dei dati ricavati dalle partite. Statistiche avanzate che non analizzano solo la quantità di tiri, passaggi, contrasti ecc… ma soprattutto la qualità. Si prendono in considerazione molti fattori, come la pericolosità dell’azione, le zone del campo in cui vengono sviluppate e centinaia di altri fattori che è difficile reperire online visto il valore del business.
Si cerca di individuare il giocatore adatto analizzandolo individualmente le sue statistiche, cercando di esulare il contesto di squadra.

 

I GIOVANI. Ovviamente i giocatori che creano più profitto sono i calciatori in rampa di lancio, che una volta valorizzati esplodono e vengono venduti ai club più ricchi ed in questo modo si creano le famose Plusvalenze.

 

Le statistiche rendono possibile una visione più ampia, consentono di andare a scovare talenti nelle serie minori di campionati che non godono di molta visibilità.

 

CITTADELLA E VICENZA. La società di Gabrielli, Venturato e Marchetti è ad un passo dalla finale playoff che vale la serie A, un sogno frutto di tanto lavoro, passione e competenza. Ma anche di idee chiare, precise, necessarie se hai un progetto in testa. E spesso non è questione di budget ma di programmazione, soprattutto quando hai un monte stipendi tra i più bassi della serie B. Fattori che però hanno la loro controindicazione, da anni il Citta è lì che lotta per la serie A senza riuscirci, mancando la zampata definitiva proprio perché ci sono gare in cui servono i giocatori esperti e di categoria (Finale con l’Hellas docet). Ma è certo che il Cittadella come il Brentford sono modelli da studiare sotto l’aspetto gestionale e organizzativo prima ancora che tecnico. Il Vicenza oggi è all’anno 1 rispetto a questo processo, ma la strada è iniziata e magari un giorno anche un algoritmo la potrà aiutare ad accelerare i tempi di percorrenza sulla strada che porta alla serie A.

eugenio.marzotto@ilgiornaledivicenza.it

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