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We are Lane

Il cinismo del mercato e la seconda possibilità

Si racconta che quando il diesse Giuseppe Magalini doveva convincere Jari Vandeputte a venire a Vicenza nell’estate 2019, il quartier generale di via Schio spedì un video all’allora 23enne giocatore belga in cui scorrevano le immagini di quanto bella fosse Vicenza. Non c’era da convincere solo il giocatore ma anche la moglie diventata mamma da poco. Nel video scorrevano le immagini della Basilica palladiana, di Villa Rotonda, Monte Berico e anche il Ponte di Bassano, lo stadio Menti e l’elenco di tutti i servizi della città, utili per una famiglia che si doveva trasferire da Viterbo a Vicenza.

L’idea del video colpì nel segno, le immagini furono convincenti tanto quanto un buon contratto, le lusinghe del Lane e le parole di Giovanni Lopez all’epoca mister di Jari. Iniziò così la favola del belga in biancorosso, artefice della promozione in B con 25 presenze, due gol e soprattutto dieci assist. L’arrivo in cadetteria doveva rappresentare la consacrazione di un giocatore di qualità, ambizioso il giusto e legato ai colori biancorossi, ma poi qualcosa ha iniziato ad andare storto. Il Covid nell’anno 2020 ha certamente interrotto la sua crescita ma c’è dell’altro. In tanti nell’ambiente attorno al belga lo avevano avvisato: «La B è diversa, bisogna avere struttura fisica, allenati». Jari prende alla lettera i consigli e come mostrano i video postati da lui stesso sui social, passa il pre ritiro in palestra, potenziando i muscoli del corpo, forse per paura di non farcela a reggere l’impatto della serie B con difensori più tecnici e più pesanti. Insomma Vandeputte si mette in proprio perché vuole presentarsi al ritiro in Altopiano già bello che pronto, prima ancora cioè di seguire le indicazioni dello staff di Mimmo. Arriva carico di muscoli e di voglia ma fa fatica, perde velocità e smalto mentre inizia la serie B tanto attesa. Un anno sfortunato per il belga che alla fine dovrà fare i conti con statistiche pessime, 28 presenze (molti spezzoni di gara) un gol e zero assist, rendimento compromesso da 9 partite saltate per colpa della pubalgia tra il dicembre 2020 e il gennaio 2021, proprio quando mister Di Carlo aveva proprio bisogno della sua ala sgusciante e veloce.

Un anno horribilis, culminato con quel liscio in Vicenza-Lecce che provocò il contropiede per il 1-2 dei salentini. Quell’immagine di Jari chinato con le mani in faccia per la disperazione dipingono quella che è stata la sua stagione, un campionato di tensioni interiori, una fiducia in se stesso via via persa, sicurezze svanite come un’occasione da gol sprecata. Però… c’è un però, perché la domanda che mi faccio in questi giorni quando leggo sul mio giornale che la società sarebbe pronta a venderlo e che Vandeputte avrebbe mercato, anche all’estero, mi chiedo se sia giusto far provare ad un ragazzo di 25 anni il brivido perverso delle montagne russe del mercato. Quelle di chi ti ha voluto a tutti i costi, montando un video efficace da ufficio turistico e che poi è pronto a lasciarti andare senza darti una seconda occasione (che poi è quello che penso di Jallow). Posto che per sostituire Vandeputte serve un giocatore più forte di Vandeputte, l’idea di un calcio senza una seconda possibilità non mi piace, perché dietro alle prestazioni sportive c’è sempre una dimensione umana da rispettare o perlomeno da capire. Perché in fondo è questo che ci insegna la vicenda Eriksen, quel pomeriggio a Copenaghen si è accasciato un uomo che stava per perdere la vita, non un giocatore.

Non sappiamo se è il belga che vuole andarsene da Vicenza, sappiamo che ha un contratto che scade nel 2023 e forse il Vicenza dovrebbe valutare bene se attendere una stagione prima di dirgli addio anche in chiave di plusvalenza. Investire sulla sua voglia di riscatto o su un altro giocatore da far ambientare nel progetto Rosso? Credere o meno insomma nell’idea che un uomo può anche perdersi ma anche ritrovare la strada se gli si offre una bussola nuova e luminosa, come un assist al Menti, per poi alzare la testa al cielo. Questa volta.

eugenio.marzotto@ilgiornaledivicenza.it

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