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We are Lane

I playoff persi ad agosto. E adesso che si fa?

Alzi la mano chi davvero credeva di potercela fare, non tanto per il Cesena, squadra forte quanto il Vicenza, ma piuttosto per quel senso di incertezza e di fragilità che ha sempre dato il Lane. Due pali presi tra andata e ritorno in questi quarti di finale, sono due quasi gol che lasciano sì l'amaro in bocca ma concedono anche la fotografia di una stagione segnata dal "vorrei ma non ci riesco", figlia di tanti aspetti, tecnici, gestionali e umani. E forse anche per questo alla vigilia non si respirava chissà che ottimismo nel poter fare l'impresa, tutto l'ambiente si è affidato ad un atto di fede incondizionato e dimostrato da quelle mille anime che all'Orogel Stadium hanno cantato a squarcia gola credendoci fino alla fine, più che dalla consapevolezza.

«Se io sono il terzo allenatore, significa che prima ci sono stati dei problemi», ha spiegato con sincera malinconia Thomassen nel post partita al Manuzzi. Una frase lapalissiana ma talmente vera che diventa disarmante, perchè ormai si è perso il conto di tutti i cambi in panchina nelle cinque gestioni Rosso. E per un numero così di alto di errori commessi si fa pure fatica a fare un'analisi esaustiva, quello che resta è la fredda cronaca che raramente inganna. Si riparte dall'ennesimo fallimento sportivo, si ritornerà a discutere di mercato e obiettivi (stavolta consiglio il profilo basso), si andranno a delineare strategie e nuovi assetto, sperando che dagli errori fatti si impari qualcosa.

La proprietà quest'anno ha speso molto per tornare subito in serie B, la famiglia Rosso e tutti i soci hanno fatto quello che dovevano fare per rilanciare la piazza. E allora cos'è successo? Di fronte all'ennesimo obiettivo mancato, l'area tecnica non può essere esente da critiche. I fatti dicono che dopo l'addio al diesse Magalini (quello che ha vinto il campionato a Catanzaro con 20 punti di vantaggio), si è preferito il duo Vallone-Balzaretti. Il primo, l'uomo dei numeri e data base, il secondo alla sua prima esperienza da direttore sportivo. Il calcio, in campo o alla scrivania, è fatto di risultati e i risultati raccontano di quanto discutibili siano state le strategie messe in atto dalla coppia. In una stagione e mezza, sul mercato di gennaio 2022 sono arrivati i vari Lukaku, Boli, Da Cruz, Teodorczky oltre che a mister Brocchi e sappiamo come è andata, quest'anno niente salto in serie B e due esoneri. Se il calcio fosse un'azienda normale, sarebbe come dire che il dirigente ha sbagliato obiettivi di fatturato e acquisti della materia prima.

Ma non è questo il punto in fondo. La vera questione è che il Lane da cinque anni vive un caos senza fine con una catena di comando sempre messa in discussione e quindi fragilissima, per questo l'arrivo del dg Sagramola è stato voluto per mettere ordine ma la nuova stagione 2023-24 sarà decisiva per capire se davvero la cura del nuovo direttore generale avrà effetto o sarà volatile come i posti in panchina. Certamente quel "dobbiamo vincere con 20 punti di scarto" pronunciato ad agosto dal patron non ha aiutato, anzi ha messo ansia da prestazione ancora prima di partire. Non tanto per la frase in sè ma per chi l'ha pronunciata e quella fragilità ha poi fatto i conti con la durezza della C, le prime sconfitte e le certezze che crollavano, un sasso è diventato una slavina.

E adesso? Si ricomincia e che devi fare? Sapendo che molto cambierà: Vallone e Balzaretti sono in bilico, San Dan Vesterby Thomassen probabilmente ha concluso la sua esperienza, giocatori come Begic, Ferrari e Dalmonte sono in cima alla lista delle richieste di altre squadre. Sarà l'ennesima estate calda ma nello stesso tempo breve, tra un mese e mezzo riparte la stagione e saremo ancora qui a sperare in tempi migliori.

Eugenio Marzotto

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