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Caro presidente, così si rischia di rovinare la favola Arzignano

Caro presidente Lino Chilese... così no, perché quello che è successo nel post gara rovina il ricordo di una festa riuscita benissimo, fatta di entusiasmo, colore e organizzazione perfetta per un grande evento della vallata del Chiampo che è stato Arzignano-Vicenza.
Il presidente dell'Arzignano, Lino Chilese
Il presidente dell'Arzignano, Lino Chilese
Il presidente dell'Arzignano, Lino Chilese
Il presidente dell'Arzignano, Lino Chilese

Caro presidente Lino Chilese... così no, perché quello che è successo nel post gara rovina il ricordo di una festa riuscita benissimo, fatta di entusiasmo, colore e organizzazione perfetta per un grande evento della vallata del Chiampo che è stato Arzignano-Vicenza.

Ma quello che è accaduto dal 93' minuto in poi rischia di rovinare l'immagine della favola Arzignano e forse quel gioiello fatto di passione e programmazione calcistica un po' si è già rotto, non tanto sul piano sportivo ma su come si sta nel mondo dei professionisti. La vera questione oggi non è l'arbitraggio di Andrea Bordin che - va ricordato - fa parte della sezione di Bassano ma non è bassanese (risiede a Cittadella), ma l'accettazione delle regole di un mondo che non è più quello dei Dilettanti e uomini di calcio come Lei signor presidente dovrebbe saperlo, così come il direttore sportivo Mattia Serafini, fresco di professionismo anche se geniale nella scelta dei giocatori.

Lunedì al Dal Molin è andata in scena una partita come tante si vedono in serie C, una sfida dura, maschia, con qualche sprazzo di qualità nelle giocate giallocelesti di Parigi, Gemignani, Antoniazzi o Molnar e istanti di accademia calcistica come nel gol di Dalmonte costruito con quattro passaggi di prima. Il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio, con la sensazione che se l'Arzignano fosse rimasto in dieci uomini, difficilmente il Lane avrebbe potuto bucare la difesa arzignanese. Ma in fondo, questa semplice analisi, quante volte l'abbiamo sentita per una qualsiasi partita di calcio? Si è parlato di una presunta sudditanza dell'arbitro in alcune scelte, ma Lei mi insegna presidente, che per decenni di campionato abbiamo visto squadre blasonate di serie A, B e C, cavarsela con qualche "favore" arbitrale, almeno finché non è arrivato il Var che però in questo campionato infernale non c'è. Sono le regole del calcio, italiano, spagnolo, inglese e di mezzo mondo. L'arbitro Bordin qualche errore l'ha fatto, così come si suoi assistenti (compresa l'assistente evocata da Chilese), ma siamo sicuri che il fischietto Bordin si meritasse quelle reazioni, quelle frasi dal presidente dell'Arzignano e dal diesse?

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Siamo sicuri che parlare liberamente in sala stampa a fine partita, come fossimo al bar sia stata la scelta giusta? «Il Vicenza non ha mica bisogno dell’arbitro per vincere»... «Anche l’assistente si è scusata per l’arbitraggio». E poi altri insulti - anche personali - rivolti all'arbitro di Cittadella, bestemmie e così via. No, signor presidente dell'Arzignano, giocare nel mondo dei professionisti significa accettarne le regole, quelle della federazione (che vieta a chi non è in distinta di entrare in campo) e quelle morali. E in tutto questo l'inibizione fino al 3 gennaio, è una punizione da accettare, oltre un mese lontano dallo stadio forse servirà a riflettere su cosa significa Lega Pro. C'è tutto il tempo per dimostrare di essere inciampati sulle proprie emozioni dopo una settimana carica di tensione, aspettative e tanto lavoro per dimostrare in diretta nazionale (la partita trasmessa dalla Rai) che ad Arzignano si fanno le cose per bene. E così in campo e fuori dal campo è stato, tutti hanno riconosciuto la professionalità del club gialloceleste, solo che il calcio è lo sport che più è condizionato dall'imprevisto e bisogna avere il fisico per gestire e accettare le conseguenze. È la differenza che passa tra il calcio di provincia e il calcio nazionale.

Eugenio Marzotto
eugenio.marzotto@ilgiornaledivicenza.it

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