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La spunta blu

Siamo tutti vittime del Codice da Vinci

Una scena dal film "Il codice da Vinci"
Una scena dal film "Il codice da Vinci"
Una scena dal film "Il codice da Vinci"
Una scena dal film "Il codice da Vinci"

«La mente vede quello che sceglie di vedere» (dal film “Il codice Da Vinci”)
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Penso che l’accelerata l’abbia data un libro. Non uno qualsiasi, un libro da milioni di copie. Il concime che ha preparato il terreno alle teorie del complotto di questi ultimi cinque, tormentati, controversi anni, è il successo planetario di una narrazione molto pop: “Il codice Da Vinci”. Era così sfacciatamente impermeabile alla storiografia nella sua ricerca di miti e leggende, che non gli avevo dato il giusto peso. Mi devo ricredere: questa ossessione per le cospirazioni, antica quanto gli esseri umani, è andata fuori giri da quando Dan Brown incassò quel successo vertiginoso con un romanzo in cui tutte le caselle magicamente andavano al loro posto, ogni tessera si concatenava con quella precedente e quella seguente. Tutto sembrava avere una spiegazione esoterica, ogni segreto veniva all’improvviso a galla dopo secoli di inabissamento. Da quando la pandemia ha fatto il suo ingresso sulla scena planetaria, le teorie del complotto sono diventate il pane quotidiano dei social network, fino a deflagrare in questa estate della “terra di mezzo” in cui la strada si è fatta stretta: vaccini e green pass sembrano il compromesso tra salute e libertà, che nel 2020 non siamo riusciti a conciliare finendo per dividerci tra salutisti e libertari; ma su vaccini e green pass si sta consumando una frattura profonda che sta sfiorando quote allarmanti di incomunicabilità, con tensioni crescenti che spaccano famiglie e amicizie. Resto convinto che le proteste nelle piazze e i comizi social contro vaccini e green pass siano in qualche misura utili se non necessari in una democrazia in salute. Aiutano tutti a tenere antenne alte e luci accese. E però fin qui non ho letto né ascoltato tesi convincenti. Tradotto: non comprerei un’auto usata da chi tenta di persuadermi di non vaccinarmi perché è in corso una sperimentazione di massa di cui saremmo tutti cavie inconsapevoli. Non comprerei un’auto usata nemmeno da Massimo Cacciari, ultimo teorico dell’abominio giuridico rappresentato dal passaporto sanitario. E certo, nessuno due anni avrebbe mai voluto dividere gli esseri umani tra protetti e vulnerabili: peccato che nel frattempo un virus insidioso e spesso letale ci abbia chiuso in casa e tolto l’aria. I toni millenaristici non migliorano le cose. Prove di questo gigantesco complotto non ne portano, indizi nemmeno, solo sospetti presentati come certezze granitiche. Secondo Karl Popper (calma, faccio presto, non la tiro per le lunghe, anch’io quando lo sento nominare ripenso alla scena della fuga da Alicudi in “Caro Diario” di Nanni Moretti al grido “Karl Popper hai torto marcio”), l’inclinazione a teorizzare complotti è direttamente proporzionale alla secolarizzazione delle nostre società. Nell’antichità ogni sciagura era attribuita alle cospirazioni degli dei dell’Olimpo invidiosi delle umane genti e sorti. Ma se non c’è più un dio con cui prendersela, non resta che cercare il “grande vecchio”. Umberto Eco, prima di prestare fede all’ipotesi di una congiura, proponeva alcune prove: «L’esperienza ci dice che se c’è un segreto, anche se fosse noto a una sola persona, questa persona, magari a letto con l’amante, prima o poi lo rivelerà; se c’è un segreto ci sarà sempre anche una somma adeguata ricevendo la quale qualcuno sarà pronto a svelarlo». Eco alludeva alle teorie del complotto elaborate intorno all’Undici settembre: «Per organizzare un falso attentato alle Torri gemelle sarebbe occorsa la collaborazione se non di migliaia di almeno di centinaia di persone. Le persone utilizzate per queste imprese di solito non sono mai dei gentiluomini, ed è impossibile che almeno uno di questi non abbia parlato per una somma adeguata». Con la pandemia le proporzioni, se possibile, aumentano, considerando che sono coinvolti tutti i governi del mondo. Mi rendo perfettamente conto che, in quanto giornalista, a sentire certa vox populi, io stesso sarei almeno complice di questa congiura intergalattica: a pensarci bene, in cambio di una certa somma, potrei pure vuotare il sacco... Non escluderei di essere un cospirazionista a mia insaputa: in Italia vantiamo ampia letteratura a tal proposito. La realtà è che le teorie dei complotti sono una scorciatoia per offrire spiegazioni semplici a fenomeni complessi che sfuggono, in parte o del tutto, alla comprensione. Evocare il burattinaio o la cupola funziona sempre, proprio come i jeans vestono tutte le stagioni. Sentirsi accerchiati e vittime di congiure è sempre una soluzione di comodo: proprio per questo eviterei la strategia dell’assedio. Credo che se tutti la smettessimo di atteggiarci da virologi e immunologi che non siamo, per mettere sul tavolo i nostri dubbi, le nostre fragilità, le paure, il nostro lato umano, questo muro contro muro tra Sì e No vax si ammorbidirebbe. E ne guadagneremmo tutti: famiglie e amicizie comprese.
Ps: i sondaggi segnalano che il primo partito, Fratelli d’Italia, è anche il partito più scettico verso la campagna vaccinale e il Green pass: qualcosa vorrà pur dire circa le proporzioni del fronte No vax. E il secondo, la Lega, è almeno critico. Insieme racimolano il 40 per cento e spiccioli di consenso misurato dai sondaggi: tanta roba. Cercare la coerenza in politica è una pia illusione, ma chi si è battuto contro le chiusure e le limitazioni, perché oggi dovrebbe essere contro il green pass, lo strumento che eviterà nuove chiusure e limitazioni? Curioso. Se due anni fa mi avessero chiesto di scommettere sull’orientamento prevalente nella galassia degli anti-vax avrei puntato il mio nichelino - sbagliando - su una nebulosa di alternativi prevalentemente di sinistra. Voglio dire: all’arrivo dell’influenza, l’amico di destra sarebbe andato in farmacia a farsi dare una botta di chimica senza nemmeno leggere il bugiardino; l’amico di sinistra avrebbe tentato rimedi naturali, infusi e tisane, prima di cedere all’antibiotico. Assistere oggi a questa saldatura tra partiti di destra e chi rifiuta medicina e scienza mi disorienta. Ma d’altra parte, mi disorienta ancora di più ascoltare slogan sulla libertà scanditi da nostalgici di regimi totalitari. 

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Ricevo e volentieri pubblico il commento che mi ha spedito un lettore, Stefano Casonato

Seguo le sue uscite sul sito del GdV e devo dirle che sono quasi sempre in disaccordo sulle sue tesi, antitesi e sintesi. Però trovo comunque stimolante leggerla e quindi nel mio caso il suo goal l'ha segnato. Per quanto riguarda 'articolo del quale riporto il titolo in oggetto, mi permetto di farle notare alcune cose. 
1. I partiti populisti hanno tra le principali attività il porre il sapere sotto accusa e togliere autorevolezza a tutte le categorie che fanno del sapere il proprio lavoro ma anche il servizio alla società. Medici, insegnanti, scienziati, magistrati. Tutta gente da denigrare. Tutte categorie da contestare. Dove le competenze vengono messe sotto accusa c'è spazio per gli ignoranti e questi sono più di destra che di sinistra. Dove viene meno l'autorevolezza entra in campo l'autoritarismo. Dove spariscono i corpi intermedi si fa spazio per l'uomo 'forte'.
2. Negli ultimi 30 anni "l'ascensore sociale" si è drammaticamente bloccato. L'idea, tutta di sinistra, che il ragazzo nato in una famiglia povera ma dotato di intelligenza e costanza poteva laurearsi e diventare un bravo medico, magistrato, funzionario della P.A. è stata contrastata. Questa cosa urta da sempre la destra, meglio un cialtrone 'figlio di papà' che uno scienziato proletario. La destra cerca in ogni modo di bloccare l'ascensore sociale. E lo fa anche tramite le cose tipo no vax.
3. L'idea di distruggere la sanità pubblica (come del resto la previdenza intesa come pensioni e sostegno al reddito) è l'idea portante della destra da Reagan e Thatcher in poi, quindi da 40 anni. Quindi cosa c'è di meglio per la destra se non parlare male della medicina ufficiale facendo propaganda per l'omeopatia, l'agricoltura biodinamica (altra cosa dal biologico), gli oli essenziali, i cristalli, i fiori di Bach e tutte le altre idiozie uscite negli ultimi anni. Cose da ricchi, mica per chi si mette in coda alla Asl con l'isee in mano per le esenzioni. Ne avrei altre, ma non rubo altro tempo. Lieto di leggerla e di pensare spesso 'ma dove vive questo?' anche se la risposta è 'nello stesso posto dove vivo io'; la differenza sarà nelle fonti di informazione e nelle frequentazioni giorno per giorno (una vicina di casa no vax "perché non voglio ingrassare le Big Pharma" gira con la Volkswagen, vedi alla voce dieselgate.... allora dai).
Stefano Casonato 
 

gianmarco.mancassola@ilgiornaledivicenza.it

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