<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La spunta blu

Povero diavolo

Una scena del film "L'avvocato del diavolo"
Una scena del film "L'avvocato del diavolo"
Una scena del film "L'avvocato del diavolo"
Una scena del film "L'avvocato del diavolo"

«A me interessava quello che l’uomo desiderava e non l’ho mai giudicato e sai perché? Perché io non l'ho mai rifiutato nonostante le sue maledette imperfezioni! Io sono un fanatico dell'uomo, sono un umanista, probabilmente l'ultimo degli umanisti» (dal film “L’avvocato del diavolo”)

Quand’ero bambino il diavolo era molto presente in tutti i discorsi, pubblici o privati. Ne parlava la maestra a scuola, la catechista, lo evocavano i preti durante l’omelia, dal diavolo traevano ispirazione romanzi, drammi teatrali, film di successo, canzoni pop e rock. Dopo l’Undici settembre, molti intellettuali si interrogarono: è stata opera del diavolo? Poi, come un fiume carsico che si inabissa nel ventre della terra, la narrazione su Satana si è eclissata, relegata ai margini, quasi espulsa dalla cultura popolare. La notizia dell’esorcismo a Monte Berico ha fatto il giro del web, molto cliccata e moltissimo commentata. A spanne direi che i lettori si sono divisi senza troppe sfumature: chi ci crede e ammette il ricorso a questo genere di riti, e chi non solo non ci crede, ma trova bizzarro che accadano certe cose e che se ne parli. Proverò a dire alcune cose anch’io, in forma di domanda per lo più, sperando di non urtare troppo le sensibilità opposte e dichiarando subito che per guardare questa vicenda mi metto in una prospettiva laica.

Un amico di solida formazione cattolica mi ha ripetutamente scritto nei giorni scorsi, prima sorpreso, poi esasperato: “Ma siete pazzi a dare credito a queste cose?”. E non è stato affatto l'unico. È come se ci fosse un pezzo di fede tollerato, ma di cui anche i fedeli praticanti ritengono di poter fare a meno. Un lato oscuro che si fa, ma non si dice. Eppure gli esorcismi non solo sono tollerati, ma sono anche autorizzati. E non da figure marginali: gli esorcisti non sono eretici, ma sono religiosi nominati dai vescovi, i vertici delle comunità umane che chiamiamo diocesi. Ogni cattolico è disposto ad accogliere l'invito a pregare per liberare l'umanità dal corona virus, ad esempio, ma non tutti, a occhio direi pochi, accoglierebbero l'invito a universi alle preghiere di un esorcista per liberare una persona “posseduta” dal maligno. Non ci sono più i diavoli di una volta in una società sempre più liquida, senza certezze, nel bene come nel male, letteralmente. I cristiani sono (ancora) tenuti a credere all’esistenza del diavolo? Quanti, pur credendo nel bene supremo, non sono più disposti ad ammettere l’idea del male assoluto, relegandolo ad appendice folcloristica ormai superata dalla storia? Non sono un esperto, però le risposte a queste domande placherebbero l'ansia di chi si è chiesto, in questi giorni, dove vada tracciato il confine tra Stato e Chiesa, tra polizia e clero, tra scienza e fede. Perché non sono intervenute le forze dell'ordine? Perché non sono entrati in azione i soccorsi sanitari? Potrei sbagliarmi, ma ho la sensazione che lo smarrimento innescato dalla notizia dell'esorcismo di Monte Berico sia stato amplificato da questo segmento di storia, sottile come la fune su cui stiamo camminando tutti da due anni. La Chiesa non si è sottratta agli appelli in favore della scienza e dei vaccini per combattere il Covid: preghiere sì, ma le punture sono più sicure, fatevele fare. Il cortocircuito sta tutto qui: nella prevalenza del metodo scientifico per salvarci se non l'anima, almeno la pelle.

Ps: già che ci siamo, il vescovo di Noto ha messo in chiaro che nemmeno Babbo Natale esiste.

gianmarco.mancassola@ilgiornaledivicenza.it

Suggerimenti