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La spunta blu

Il condono della scuola che vorrebbe promuovere tutti

Una scena dal film "School of rock"
Una scena dal film "School of rock"
Una scena dal film "School of rock"
Una scena dal film "School of rock"

“Ho fallito tante e tante e tante volte nella mia vita. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto” (Michael Jordan)
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Non farò molti giri, vado dritto al punto: la scuola che premia tutti, non premia nessuno; la scuola che non boccia nessuno, boccia se stessa. Non bastasse il condono fiscale, l’ennesimo, ai piani alti del Miur tornano a lambiccarsi sul condono della didattica a distanza. Come un anno fa, il colpo di spugna è più di una tentazione: è un modo per lavarsi la coscienza dopo aver deciso di chiudere le scuole come fossero lebbrosari e di rinchiudere i ragazzi nelle loro camerette. È il poliziotto buono che entra nella stanza degli interrogatori per rimettere in libertà con un sorriso il solito sospettato torchiato per tutta la notte dal poliziotto cattivo. Non ci sono soltanto l’alienazione di milioni di studenti, la solitudine, il senso di abbandono: dentro il tunnel della "dad" c’è anche il libro aperto accanto al pc al momento dell’interrogazione oppure c'è la connessione che va e viene mentre le dita corrono a cercare la risposta su Wikipedia quando il prof fa la domanda delle cento pistole. La didattica a distanza si porta dietro anche questo carico di messaggi distorti: ragazzi, il mondo è dei più scaltri, avreste anche potuto non studiare fino a notte, quei sacrifici avreste potuto risparmiarveli, quell’ansia è stata un inutile spreco di tempo. Il merito, questo sconosciuto, alberga nell'iperuranio delle idee platoniche. Se ci sarà, il secondo condono consecutivo spingerà il pianeta scuola su una galassia sempre più lontana: il mondo, là fuori, anche in questo anno terribile ha continuato a macinare promozioni e bocciature, spesso ingiuste, incomprensibili, altre volte inevitabili e sacrosante, senza badare ad alibi o attenuanti. Perché la scuola dovrebbe diventare il paese dei balocchi? Vero, l'obiettivo degli educatori dovrebbe essere quello di portare tutti gli studenti a un livello di preparazione adeguato: ma che scuola è la scuola che rinuncia in partenza alla possibilità, almeno in casi estremi, di non promuovere chi non ha fatto nulla per meritarsi quella promozione? I ragazzi, dentro quelle camerette, davanti a quegli schermi, hanno bisogno di stimoli. Inventiamoci pure un coefficiente per calcolare la tara di tutte le difficoltà e di tutti gli ostacoli patiti, diamo un valore aggiunto all'impegno, ma non arrendiamoci all’idea del condono addirittura due mesi prima della fine di un anno scolastico che appena sei settimane fa si voleva allungare fino a luglio e che ora si vorrebbe di fatto chiudere a Pasqua con l’ordinanza-armistizio che annuncia urbi et orbi il “tutti promossi” e la fine delle ostilità. Se così fosse, qualcuno brinderebbe come a una vittoria, ma sarebbe una sconfitta per una generazione che si sente già tatuata sulla pelle la lettera scarlatta della scuola che non c’è.

gianmarco.mancassola@ilgiornaledivicenza.it

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