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Il colore dei soldi

Vendi azioni in maggio e compra qualche Btp

Il vecchio adagio borsistico che invita ad alleggerire le posizioni in questo mese potrebbe essere integrato con un'idea di arbitraggio
Le scelte degli operatori finanziari divisi tra bond e azioni (Foto ANSA / EPA/FRANK MAY)
Le scelte degli operatori finanziari divisi tra bond e azioni (Foto ANSA / EPA/FRANK MAY)
Le scelte degli operatori finanziari divisi tra bond e azioni (Foto ANSA / EPA/FRANK MAY)
Le scelte degli operatori finanziari divisi tra bond e azioni (Foto ANSA / EPA/FRANK MAY)

Vendi in maggio ma invece di andare via compra Btp. La traduzione molto libera del mantra recitato dagli operatori di Borsa, «Sell in may and go away», quest'anno potrebbe essere interpretata come un invito all'arbitraggio: vendere azioni e comprare obbligazioni, nel caso specifico titoli di stato, Btp appunto.

Vendere

Al di là dei trend storici, validi soprattutto per gli Stati Uniti, che indicherebbero il periodo che va da maggio a novembre come il meno redditizio per le Borse e che quindi inviterebbero all'alleggerimento delle posizioni azionarie, sono i massimi raggiunti in queste settimane a far valutare l'ipotesi di monetizzare alcune posizioni. Le prospettive piuttosto incerte lasciano intravedere qualche acquazzone sui listini, motivo per cui, specie per chi in questo momento ha un portafoglio azionario gravido di plusvalenze, maggio può essere il mese dell'alleggerimento.

Banche

Nei mesi scorsi avevamo più volte considerato l'opportunità di puntare sui titoli bancari, favoriti dall'aumento del livello generale dei tassi d'interesse e, quindi, del ritorno di considerevoli livelli del margine d'intermediazione, quello che dovrebbe essere il core business di un istituto di credito. I rialzi dei primi mesi dell'anno hanno confermato questa tendenza, come peraltro dimostrano i risultati di bilancio illustrati in questo periodo dalle principali banche quotate. La domanda adesso è: continueranno a correre oppure tireranno il fiato, considerate le buriane che le scorse settimane hanno investito il settore (vedi Credit Suisse e le altre banche americane)? Nessuno ha la sfera di cristallo ma, guardando al portafoglio personale, se si sta guadagnando tanto sarebbe buona norma portare a casa almeno parte della plusvalenza.

Alternative

L'allergia a vendere quando i mercati corrono è spesso legata al fatto di non sapere come impiegare la liquidità incassata. E qui torniamo all'arbitraggio che le attuali condizioni dei mercati sembrano suggerire: meno azioni, più obbligazioni. L'idea sembra cozzare con le avvertenze che nei giorni scorsi sono arrivate da Goldman Sachs e Moody's. La banca americana ha suggerito di vendere i Btp e di puntare sui Bonos spagnoli, mentre l'agenzia di rating paventava possibili uscite dal settore investment grade, con gravi ripercussioni su quotazioni e rendimenti. Le considerazioni sulla convenienza dell'arbitraggio poggiano esclusivamente sul livello dei rendimenti raggiunto ora dai Btp: il decennale italiano rende al momento il 4,2 per cento, contro il 3,4 dei Bonos spagnoli. Non c'è titolo obbligazionario decennale, nell'investment grade, che al momento renda di più del Btp, visto che anche i bond greci offrono qualche centesimo in meno.

Rischi

È chiaro che questa generosità incorpora anche il maggior rischio che i mercati reputano insiti nei titoli italiani. Non c'è più il paracadute della Bce che assicura l'acquisto dei Btp e il livello del debito pubblico italiano, arrivato a superare i 2.800 miliardi di euro, unito al ritorno di un patto di stabilità europeo, lascia presagire qualche contraccolpo nei mercati. Ma con l'inflazione in lenta, ma si spera continua, discesa, questi rendimenti potrebbero rendere sufficientemente conveniente l'arbitraggio.

Marino Smiderle

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