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Le utilities hanno corso meno, ora potrebbero accelerare

Gli altri dividenti delle banche sono "minacciati" dal calo dei tassi che invece darebbe più valore al comparto più indebitato

Le azioni filosoficamente più vicine alle obbligazioni sono quelle che offrono alti dividendi in rapporto al prezzo. Fermo restando che le cedole azionarie sono estremamente variabili, fino ad essere del tutto assenti nel caso l'assemblea della società in questione chiuda in perdita o comunque decida di non distribuirle, mentre quelle legate ai bond sono fisse e predeterminate nella loro indicizzazione, è evidente che più alto è il rendimento da dividendo azionario, più concorrenza fa a quello garantito e meno rischioso dalle obbligazioni.

Banche

In questo momento particolare di Borsa sono le banche ad avere in pancia i rendimenti più attrattivi per il risparmiatore cassettista, cioè quello che non punta tanto alla speculazione a breve quanto alla resa sul lungo periodo. Nonostante i titoli del settore del credito abbiano corso moltissimo, tanto che nell'ultimo anno a piazza Affari si sono apprezzati del 40/50 per cento, sulla base delle ultime politiche dividendo già deliberate dalle assemblee, i rendimenti offerti dalle cedole viaggiano attorno al 7/8 per cento. Più o meno il doppio di quanto si possa portare a casa acquistando un Btp. Basta questo margine per giustificare il rischio?

Tassi d'interesse

Detto che gli istituti di credito godono di ottima salute e, anche sul fronte degli indici di patrimonializzazione, la loro solidità è fuori discussione, occorre tenere conto che gli utili straordinari realizzati nell'ultimo esercizio dipendono in larga misura dall'esplosione del margine di interesse. Di fatto si è passati da un panorama a tassi zero, se non negativi, a una decina di aumenti in serie deliberati dalle banche centrali che hanno permesso alle banche di "vendere" il denaro a prezzi sensibilmente più alti. Considerando che i tassi dei conti correnti sono rimasti invece dov'erano prima, la forbice dei guadagni (per gli istituti) si è allargata e gli utili sono piovuti copiosi. Morale della favola, in questo periodo i risparmiatori che avessero deciso di investire in titoli bancari si troverebbero cospicue plusvalenze in conto capitale e, nello stesso tempo e a questi prezzi, ottimi rendimenti da dividendo. I primi mesi del 2024 sono stati ugualmente positivi per il settore, restano però degli interrogativi circa il futuro: nel caso in cui le banche centrali, come hanno annunciato da tempo, dovessero procedere alla riduzione del livello generale dei tassi, teoricamente la forbice citata prima potrebbe restringersi con matematici contraccolpi degli utili. E quindi le cedole future potrebbero non essere più così generose con gli azionisti.

Utilities

Volendo ragionare sempre da cassettista e andando a spulciare nel listino tra le società che offrono alti rendimenti, quelle tradizionalmente più concorrenziali rispetto all'investimento obbligazionario si trovano nel comparto delle utilities. Che tra l'altro, rispetto al +16 per cento messo a segno dal mercato area euro negli ultimi sei mesi, sono cresciute solo del 3 per cento. Al momento Enel, per citare la più significativa del comparto, offre un rendimento da dividendo pari al 7 per cento: quello che rende più attrattivo e difensivo l'investimento nelle utilities è che in caso di riduzione di tassi d'interesse le quotazioni di queste società, che sono molto indebitate, potrebbero tornare a correre. E il rischio è contenuto.

Marino Smiderle

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