<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

La curva dei rendimenti paventa la recessione

Le banche centrali rialzano i tassi ma i rendimenti dei decennali scendono: l'inversione spiegata con le prospettive economiche
Foto ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Foto ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Foto ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Foto ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Le banche centrali cercano di rinfrescare l'estate calda dei prezzi gettando l'acqua gelata dell'aumento dei tassi d'interesse. L'effetto collaterale di questa comprensibile strategia di lotta all'inflazione è però quello di innescare le micce della recessione. E alcune reazioni dei mercati finanziari dell'ultima settimana starebbero a indicare proprio questo, come hanno sperimentato i risparmiatori che puntavano a ottenere rendimenti più elevati dai Btp decennali e invece, contro ogni logica apparente, se li sono ritrovati più bassi.

Decennale

La regola del comparto obbligazionario è scritta nel marmo: quando salgono i tassi, scendono i prezzi. Perché allora il nostro Btp decennale, a fronte dell'annuncio dell'ennesimo rialzo dei tassi da parte della Bce, ha ridotto il rendimento e aumentato il prezzo? E non è stato l'unico caso in Europa. In Gran Bretagna, per esempio, a fronte di un deciso rialzo dei tassi di 50 punti base da parte della Bank of England, il rendimento del Gilt (omologo del Btp) decennale è sceso dal 4,5 al 4,25 per cento. Idem dicasi per il Bund scivolato di 20 centesimi di rendimento, dal 2,52 per cento al 2,32. Per essere chiari, gli investitori sembrano essersi comportati in maniera opposta alla logica: i tassi salgono e, invece di vendere le obbligazioni svalutate, sono andati a comprarle, spingendo in alto i prezzi. Pazzi? Ignoranti? No, molto più semplicemente potremmo definirli razionalmente pessimisti sul lungo periodo.

Recessione

Sì, perché se guardassimo la curva dei rendimenti potremmo verificare che in Italia si è appiattita e nel resto dell'Europa, dalla Germania alla Gran Bretagna, si è addirittura invertita. Cioè, i titoli a breve termine, come i Bot o i Btp a due e tre anni, rendono come i titoli decennali (nel caso dell'Italia), mentre in Germania e in Inghilterra le scadenze più brevi offrono addirittura di più di quelle lunghe (in Germania i titoli a due anni rendono 92 punti base in più rispetto a quelli a 10 anni, di qui il concetto di inversione). La logica vuole che se io presto soldi allo Stato per 10 anni lo faccio in cambio di un tasso più altro rispetto a un analogo prestito a due anni. Perché sta succedendo il contrario in questa pazza e calda estate? Perché gli investitori cominciano a pensare che questi continui rialzi di tassi stabiliti dalle banche centrali per arginare l'inflazione finiranno col danneggiare l'economia reale provocando una recessione.

Prospettiva

È una questione di prospettiva: se penso che l'economia sia destinata ad andare a catafascio, cerco di portarmi a casa le obbligazioni che offrono un rendimento considerato elevato per il più lungo tempo possibile. È una sorta di tesaurizzazione di rendimenti che ritengo più sicuri e preferibili, per esempio, alle azioni di società destinate a vedere ridurre gli utili e quindi le quotazioni. Ovviamente valutare i riflessi sul listino azionario, volatile per natura, è più complicato. I rischi legati al più alto costo del denaro si riflettono sulle difficoltà future per gli investimenti, ma è chiaro che si tratta di un momento. La predilezione per le obbligazioni indica una maggiore preoccupazione, condita con la prudenza e la disponibilità ad "accontentarsi" di rendimenti che nel comparto azionario potrebbero invece trasformarsi in perdite. La bussola dell'estate resta però in movimento.

Marino Smiderle

Suggerimenti