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L'intelligenza artificiale spinge Wall Street

Il mondo è in guerra ma le Borse sono ai massimi. Per di più in un anno caratterizzato da una miriade di elezioni decisive, a partire dalle prossime europee per finire alla madre di tutte le consultazioni elettorali, quella che si concluderà con la scelta del nuovo presidente degli Stati Uniti. Ed è proprio dagli Stati Uniti che arrivano i segnali più contrastanti e difficilmente interpretabili, con l’economia che va a gonfie vele eppure con Joe Biden in difficoltà per via della probabile ridiscesa in campo di Donald Trump. Il tutto mentre Wall Street si fa un baffo delle incognite insite in questo scenario e macina un record dietro l’altro. La domanda è: siamo arrivati o conviene ancora investire nel vivace ma turbolento mercato americano?
C’è un motivo che, messe per un attimo da parte tutte le incognite geopolitiche, induce a dare una risposta affermativa a questo quesito: l’intelligenza artificiale. Mutatis mutandis, sembra di rivivere l’alba della Net Economy, quando internet era agli albori, se ne intravedevano le immense potenzialità e molte imprese stavano investendo nello sviluppo della rete e delle sue molteplici implicazioni. La stessa cosa sta succedendo adesso, soprattutto nel mercato americano, che resta il più importante e il più disposto a scommettere nella ricerca e nelle rivoluzioni del futuro. E così come una volta si parlava di sette sorelle a proposito dei giganti petroliferi a cui l’Eni di Mattei voleva fare concorrenza, adesso potremmo parlare delle sette sorelle che a Wall Street stanno spopolando proprio per aver innescato la crescita accendendo la miccia dell’intelligenza artificiale in comparti diversissimi tra di loro. Microsoft (che ha rotto il muro dei tremila miliardi di dollari di capitalizzazione in gran parte grazie a ChatGPT), Alphabet (cui fa capo Google), Amazon, Apple, Meta (cui fa capo Facebook), Nvidia e Tesla sono i giganti che hanno trascinato gli indici di Wall Street ai massimi storici. L’S&P500, per esempio, ha centrato il record di sempre e ora ha quota 5.000 nel mirino. Bene, il 30 per cento del valore della torta è rappresentato da questi 7 titoli. Che sembra abbiano le munizioni sufficienti per scrivere altri capitoli di crescita in un mercato destinato a mutazioni “genetiche” decisive proprio grazie alle implicazioni non ancora sviscerabili appieno dell’intelligenza artificiale. 
Salire sulle montagne russe mentre la giostra viaggia sui picchi comporta però una consapevolezza del rischio che si corre. Così come è salita, allo stesso modo la giostra può scendere in picchiata, specie in un periodo gravido di incognite come quello che stiamo vivendo adesso. Ci sono le guerre in corso che non si sa quando e come finiranno. Ci sono le elezioni i cui risultati potranno influenzare in un senso o nell’altro i mercati di tutto il mondo. C’è, in particolare, l’ombra di Trump che incombe e che lascia intravedere la forma di un mondo diverso. Insomma, investire adesso in società americane che valgono più del prodotto interno lordo di diversi stati europei equivale ad assumersi un rischio parecchio elevato. Ma è come quando si parlava delle net-stocks: non tutte sopravvivranno, si diceva, ma quelle che vinceranno la partita del futuro rivoluzioneranno il mondo. La giostra dell’intelligenza artificiale è appena partita, ne vedremo delle belle.

Marino Smiderle

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