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L'incertezza dei mercati e il porto dei titoli di stato

Ci sono tante variabili in gioco ma a questi livelli di rendimenti le obbligazioni pubbliche offrono un'opzione valida ai risparmiatori
La sede del Ministero dell'Economia (Foto ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
La sede del Ministero dell'Economia (Foto ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
La sede del Ministero dell'Economia (Foto ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
La sede del Ministero dell'Economia (Foto ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Incertezza. È la parola d'ordine che circola tra gli operatori e che impedisce agli investitori di prendere una strada precisa. C'è l'inflazione che continua a mordere, c'è la guerra in Ucraina di cui non si intravede una fine, ci sono le banche centrali che stringono i cordoni della borsa alzando i tassi, c'è l'incubo del default pubblico Usa se la politica non si mette d'accordo nell'alzare il tetto del debito: insomma, ci sono tante incognite all'orizzonte che paralizzano i mercati. E quindi?

Chiarezza

In realtà nei mercati finanziari non si ricorda un momento in cui non ci sia stata incertezza. Sì, perché l'incertezza è la benzina che accende le meningi di chi ogni giorno cerca di trovare un'idea in grado di procurare guadagno e generare ricchezza per chi accetta il rischio e decide di investire. Paradossalmente in questo crocevia di variabili incerte per i piccoli risparmiatori ci sono più indicazioni "chiare" di quante non ce ne siano state nel decennio del «whatever it takes», che quanto a dubbi e paure non è stato secondo a nessuna altra era. Per dire, per chi cerca un rendimento potabile e lo vuole associato al minor rischio possibile, beh, i titoli di stato alle diverse scadenze in questo momento sono quanto di più "attraente" si possa trovare sul mercato. Il Btp decennale vicino al 4,5 per cento lordo, per esempio, diventa un piccolo rifugio, per quanto imperfetto, in grado di "proteggere" il capitale in modo più efficace di quando si optava per il parcheggio nei conti correnti a tasso zero.

Caratteristiche

Va ricordato che i titoli di stato sono gli strumenti finanziari più "economici" quanto a spese legate al deposito, commissioni di acquisto e vendita, e ritenute fiscali sugli interessi (12,5 per cento contro il 26 per cento degli altri prodotti). Nello stesso tempo sono bond molto liquidi sul mercato, che si possono comprare e vendere in pochi secondi con un paio di clic sul pc o sullo smartphone. Naturalmente non bisogna mai dimenticare che si tratta di obbligazioni emesse da uno Stato, l'Italia, che ha raggiunto livelli di debito stratosferici e che quindi sono soggetti a periodiche valutazioni (spesso... svalutazioni) da parte delle principali agenzie di rating. Il rischio emittente, dunque, non va sottovalutato ma nemmeno enfatizzato. Insomma, in questo momento di incertezza planetaria, i Bot e i Btp (di varia foggia e scadenza) sono tornati un porto sufficientemente protetto dove attraccare i risparmi così faticosamente accumulati dalle famiglie.

Alternative

Di qui a dire che si tratti del porto più redditizio ce ne corre, ovviamente. L'andamento delle Borse anche in questi primi cinque mesi dell'anno dimostra che, rischiando e osando, si possono spuntare rendimenti addirittura superiori al tasso d'inflazione (Piazza Affari da gennaio è cresciuta di oltre il 13 per cento). Ma la volatilità è elevata e chi ha la consapevolezza di cosa rappresenti il rischio azionario potrebbe unire il senso di rifugio insito nel titolo di stato all'alea che circonda le quotazioni di qualsiasi società quotata per "costruirsi" una diversificazione fatta in casa, magari per risparmiare sulle commissioni di un prodotto di risparmio gestito. Commissioni che però spesso si merita, proprio per la capacità professionale di chi investe per conto della clientela. Insomma, l'incertezza ci sarà sempre, le vie d'uscita pure.

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