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I rendimenti da dividendo battono alla grande il Btp

La discesa dei tassi ha reso molto concorrenziali le cedole delle società quotate a piazza Affari reduci da una corsa pazzesca
Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa italiana a Milano (Foto ANSA)
Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa italiana a Milano (Foto ANSA)
Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa italiana a Milano (Foto ANSA)
Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa italiana a Milano (Foto ANSA)

I tassi scendono e la Borsa corre. Questa la sintesi di quel che sta succedendo nei listini, euforici perché l'inflazione pare tornata sotto controllo e perché anche alcuni "falchi" della Bce avrebbero dato il via libera a ridurre la stretta monetaria.

Confronto

Basta dare un occhio al trend delle ultime settimane del Btp decennale per capire che aria tira nei mercati. In poche sedute il rendimento del titolo di stato italiano ha perso oltre un punto percentuale, passando dal 5 per cento al 3,9 per cento. Questa performance, oltre a procurare cospicue plusvalenze nel comparto obbligazionario, ha messo le ali al listino borsistico. Non solo perché uno scenario di riduzione dei tassi è per definizione a favore dell'economia, ma anche perché le società quotate a piazza Affari hanno una caratteristica particolare rispetto a quelle quotate in Europa e negli Stati Uniti: il rendimento da dividendo è particolarmente elevato. E se scendono i rendimenti obbligazionari, quelli azionari, per quanto gravati da un rischio maggiore, diventano più concorrenziali. Per capirci, a fronte di un 4 per cento lordo scarso garantito dal Btp decennale, il 10 per cento atteso da Intesa Sanpaolo diventa un affare.

Dividendi

Sì, perché nel 2024 i rendimenti da dividendo attesi da piazza Affari sono particolarmente cospicui. Dai bilanci societari degli ultimi esercizi e dalle politiche di payout (cioè la percentuale di utile che sarà distribuita ai soci) emerge che il rendimento medio del Ftse/Mib è del 5 per cento. È anche per questo che nelle ultime sedute si è registrato un rally pazzesco, con l'indice che ha superato in scioltezza quota 30 mila (vedi articolo a fianco) e con le azioni che mantengono comunque un potenziale rendimento da dividendo ancora appetibile. Soprattutto nel comparto bancario, reduce da bilanci stratosferici, la concorrenza al Btp pare "feroce". Nella parte alta della classifica troviamo Banca Ifis, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Popolare di Sondrio, Bper Banca, Banco Bpm, Poste Italiane e Banca Mediolanum: tutte queste società offrono un rendimento da dividendo superiore al 7 per cento. Per essere precisi: dal 7 per cento di Banca Mediolanum al 13,15 per cento di Banca Ifis, passando per l'8,30 per cento di Banco Bpm. E stiamo parlando di titoli che, anche dal punto di vista della performance in conto capitale, sono reduci da una corsa notevole. Però, ragionando nell'ottica del cassettista e in vista del prossimo stacco cedole, il Btp decennale non si avvicina nemmeno a questi livelli. Occorre però avere coscienza del rischio e della natura dell'investimento.

Rischi

Il fatto che Intesa Sanpaolo preveda per il 2024 un dividendo di quasi 0,297 euro non vuol dire per forza che sarà confermato anche di qui a un anno. E non garantisce nemmeno che il titolo non possa essere travolto da un'eventuale turbolenza nei mercati. Stiamo sempre parlando di azioni, di capitale di rischio, appunto, come tale soggetto a variazioni repentine molto superiori a quelle del settore obbligazionario. Che, default dell'emittente a parte, garantisce il rimborso alla pari del capitale alla scadenza del titolo. La tentazione di vendere le azioni adesso e portare a casa i forti guadagni maturati è forte. Ma rinunciare alle pingui cedole future non è semplice.

Marino Smiderle

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