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La classifica

Le pagelle agli eurodeputati: ecco perché gli italiani sono poco influenti. Moretti sul podio della Salute

La classifica di Eu Matrix sull'incisività degli eletti all'Eurocamera. In testa i tedeschi, stentano i 76 italiani

I primi della classe? I tedeschi. E gli italiani? Poco influenti. La legislatura europea volge al termine ed è tempo di stilare bilanci e pagelle. Alcune di queste, sempre molto attese, emergono dalle classifiche di "rendimento" degli eurodeputati. Una delle più autorevoli è quella prodotta da Eu Matrix, una piattaforma che analizza l'operato politico degli eletti a Strasburgo e ne trae una graduatoria di produttività. Ma non come avveniva in passato, ad opera di altre piattaforme, con criteri di calcolo quantitativo della "produzione" degli eurodeputati (presenze, interrogazioni, relazioni), bensì con un approccio che tiene conto - più sensatamente - degli aspetti qualitativi del loro operato. In poche parole, evidenzia quali sono i deputati politicamente più influenti che davvero incidono nei dossier normativi. Ebbene, gli italiani stanno nei bassifondi della classifica, anche per via della nutrita presenza di eletti in gruppi «emarginati».

Il metodo

La classifica dei primi 100 eurodeputati sui 705 totali, spiega Eu Matrix, «si basa sulla raccolta di decine di migliaia di fatti e cifre da un team che vanta oltre 15 anni di esperienza nella misurazione della dimensione politica del processo decisionale dell'Ue. Nel valutare i criteri, ci siamo consultati con un'ampia gamma di professionisti dell'Ue». «L'influenza» è misurata attraverso «una combinazione di criteri: posizioni di leadership formali e informali; lavoro legislativo effettivo; rete politica; appartenenza ai comitati e comportamento di voto».

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I numeri

In testa alla graduatoria dei più influenti dal 2019 ad oggi c'è Roberta Metsola, la presidente del Parlamento europeo, maltese del Partito popolare europeo. Piazza d'onore per il tedesco Manfred Weber, presidente del Ppe, il più grande gruppo politico a Strasburgo. Sul terzo gradino del podio la spagnola Iratxe García Pérez, presidente dei Socialisti e democratici. A seguire, nella top 10, ci sono: l'austriaco Othmar Karas, Ppe; la francese Valérie Hayer, presidente di Renew, il gruppo liberale; la ceca Dita Charanzova, Renew; il lettone Roberts Zile, Conservatori; l'irlandese Frances Fitzgeral, Ppe; il romeno Dragos Tudorache, Renew; e l'austriaca Evelyn Regner, Socialisti e democratici.

Gli italiani

Bisogna scendere alla posizione 38 per trovare il primo italiano: è Sandro Gozi, ex sottosegretario dei governi Renzi e Gentiloni, iscritto al gruppo di Renew Europe. In realtà Gozi è stato eletto nelle liste francesi di Macron e non in quelle italiane. Tra i 76 eletti in Italia, solo 4 sono nella top 100. Il primo è Nicola Danti, vicepresidente di Renew, esponente di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, alla posizione 44. A seguire ci sono tre deputati del Partito democratico ovvero del gruppo dei Socialisti e democratici: Pina Picierno (posizione 48), Brando Benifei (60), Elisabetta Gualmini (74). L'attuale classifica è peggiore di quella del 2023 quando tra i primi 100 gli italiani erano sei: Irene Tinagli (29), Brando Benifei (55), Elisabetta Gualmini (64), tutti e tre del Pd: Massimo Castaldo (83), ex Movimento 5 stelle ora in Azione; Patrizia Toia (87) del Pd; e Marco Zanni (97), della Lega, nel gruppo Identità e democrazia.

Perché così in basso

L'attuale classifica di Eu Matrix colloca gli italiani tra i meno influenti, ai livelli di ungheresi e ciprioti, nonostante sia la terza delegazione più numerosa con 76 eletti. Perché questo scarso risultato complessivo? In particolare per il fatto che i più influenti in Europa sono gli eletti che appartengono a gruppo di maggioranza (Ppe, S&D, Renew), mentre nella delegazione italiana, spiega Eu Matrix, «una quota sostanziale degli eurodeputati italiani appartiene a gruppi emarginati»: ci sono ben 23 membri eletti con la Lega, iscritti al gruppo euroscettico e «isolato» Identità e democrazia; e 8 deputati dei 5 stelle «privi di affiliazione europea» perché non iscritti ad alcun gruppo politico del Parlamento europeo.

Moretti sul podio della Salute

Il riscatto degli eurodeputati italiani è nelle graduatorie settoriali di influenza. Le affermazioni migliori della pattuglia nazionale sono nei settori salute, agroalimentare, energia e digitale, dove alcune figure si distinguono nelle posizioni di vertice. Tra queste c’è Alessandra Moretti del Partito democratico, che nel settore salute si colloca sul podio: al terzo posto. La deputata di Vicenza si è distinta per l’attività sulla strategia farmaceutica europea. Negli scorsi anni è stata coordinatrice del gruppo S&D nella commissione speciale Beca sulla prevenzione del cancro, ha lavorato come relatrice del suo gruppo nella commissione speciale sul Covid e ha sostenuto l’istituzione della sottocommissione Salute nell’ambito della commissione Ambiente. «Dopo la pandemia Covid-19», afferma Moretti, «abbiamo ridefinito la strategia farmaceutica europea e abbiamo compreso quanto sia importante la collaborazione tra gli Stati e la definizione di regole comuni non solo per affrontare le emergenze, ma anche per garantire un eguale accesso alle cure a tutti i cittadini europei. La definizione di un’Europa della Salute sarà uno degli obiettivi della prossima legislatura».

Marco Scorzato

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