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La destra imbarca pezzi di destra radicale per prendere il timone dell'Ue

Eric Zemmour, leader di Reconquête, partito francese di destra radicale
Eric Zemmour, leader di Reconquête, partito francese di destra radicale
Eric Zemmour, leader di Reconquête, partito francese di destra radicale
Eric Zemmour, leader di Reconquête, partito francese di destra radicale

I Conservatori europei, gruppo politico di cui fa parte Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, imbarcano un altro “pezzo” di destra-destra: non solo il partito dell’ungherese Orbàn, ora è la volta di Eric Zemmour, uno dei volti della destra radicale francese, leader di Reconquête. A quattro mesi dalle elezioni europee, la settimana che sta per finire segna un nuovo fermento politico, in particolare in quella destra che sta meno a destra dell’estrema ma più a destra del centrodestra. Detta così sembra un po’ complessa, ma serve per ricordare che a livello europeo non è possibile applicare esattamente la stessa lente con cui si legge la geografia politica italiana.

La destra divisa in tre in Europa

Ricapitolando: oggi Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega formano un’alleanza che appare salda alla guida del Paese, eppure in Europa è tutta un’altra musica. Nell’attuale legislatura continentale, ma anche nelle precedenti in realtà, i tre partiti fanno parte di gruppi politici europei diversi, con posizioni anche molto lontane tra loro. Basti pensare che Forza Italia, europeista, aderisce da sempre al Partito popolare europeo ed è uno dei perni dell’attuale maggioranza europea, con i Socialisti e democratici e con i Liberali. Fratelli d’Italia e Lega stanno invece “all’opposizione” di Ursula Von der Leyen, ma a loro volta si dividono in due gruppi diversi con idee politiche diverse: FdI con i Conservatori, la Lega con Identità e democrazia. Tra i due, il più euroscettico è il secondo che annovera anche l’estrema destra tedesca di Alternative für Deutschland e quella francese di Marine Le Pen.

Zemmour, dalla discriminazione razziale ai Conservatori

Nell’ottica di distinguersi “in casa propria” da Le Pen, ora Eric Zemmour, non meno radicale nelle posizioni di destra antieuropea e populista, ha bussato alla porta dei Conservatori. I quali hanno aperto, in parte per la condivisione di alcune posizioni, ma soprattutto per un calcolo politico non secondario. È noto ormai da mesi che i Conservatori mirano a far parte della prossima maggioranza in Europa, e vorrebbero riuscirci scalzando i Socialisti e democratici. Vorrebbero cioè spostare a destra l’asse dell’attuale coalizione che è sostanzialmente centrista. Immaginano un’alleanza fondata su Ppe e Conservatori, con altre forze a sostegno, a seconda del peso dei vari gruppi politici all’esito del voto di giugno. Per arrivare all’obiettivo, i Conservatori avranno bisogno di eletti nei vari Paesi europei, ragion per cui stanno cercando di rimpinguare le file anche arruolando figure discusse, come Orbàn o Zemmour (il quale in passato fu condannato per incitamento alla discriminazione razziale e all’odio contro i musulmani). Spostando di fatto più a destra il loro stesso gruppo.

Allargamento a destra per prendersi l'Ue

La partita europea per il governo continentale del prossimo quinquennio si profila aperta. Ci sono Paesi in cui le destre sono più in salute, come l’Italia, e altri in cui le sinistre tengono. I Socialisti e democratici (Pd) confidano di avere i numeri a livello continentale per continuare a essere un tassello della maggioranza. I Conservatori (FdI) sperano, come detto, di spostare l’asse a destra. Identità e democrazia (Lega) appare troppo a destra - e non così forte in tutti i Paesi - per eleggere un numero tale di eurodeputati da poter ambire a entrare nella stanza dei bottoni dell’Ue. Gli unici “tranquilli” di avere un posto al sole sono gli esponenti del Ppe, forzisti compresi. Certo, questa è la fotografia a 4 mesi dal voto. La parola finale spetta sempre agli elettori.

Marco Scorzato
marco.scorzato@ilgiornaledivicenza.it

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