<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il personaggio

Livio Furini, «l'uomo dei sogni» che inventò Gardaland: un docufilm racconta la sua vita

Realizzato dal regista Paolo Cassina su iniziativa delle figlie e della moglie dell'imprenditore scomparso nel 1987
Livio Furini, fondatore di Gardaland: un docu-film racconterà la sua storia
Livio Furini, fondatore di Gardaland: un docu-film racconterà la sua storia
Livio Furini, fondatore di Gardaland: un docu-film racconterà la sua storia
Livio Furini, fondatore di Gardaland: un docu-film racconterà la sua storia

La via che porta il suo nome a Peschiera del Garda non basta a ricordare la creatività e l'ingegno di Livio Furini, colui che inventò il parco divertimenti Gardaland oggi parte della galassia di Merlin Entertainments.

La sua avventura è stata raccontata con il docufilm «L'uomo dei sogni», progetto voluto dalla sua famiglia - le figlie Elena e Rossella e la moglie Giuliana - e realizzato dal regista Paolo Cassina. Nei giorni scorsi è stato presentato in anteprima a un pubblico di familiari e amici, ma la prospettiva è più ampia: «Il regista ha intenzione di proporlo alle emittenti nazionali come puntata zero di una serie di documentari su personaggi italiani che hanno portato lustro al Paese», spiega Elena Furini, una delle principali voci narranti del docufilm.

 

Poliedrico

«Mio padre», spiega all'inizio, è stato un uomo dalla personalità poliedrica e fervida, ci ha lasciato moltissime testimonianze del suo breve passaggio. Ma non è stato solo un imprenditore di successo, un musicista e un poeta, né solo l'inventore di Gardaland. È stato un padre amorevole, un marito devoto, un uomo buono e retto che ci ha insegnato tantissimo».

Originario di Legnago, dove era nato il 16 dicembre 1932, aveva iniziato a lavorare nel negozio di alimentari del padre Cesare. Durante il servizio di leva aveva studiato al Conservatorio di Bolzano e dopo il matrimonio aveva continuato l'attività nel commercio, prima a Verona e poi sul lago, di cui aveva capito le potenzialità del turismo in forte espansione: fu il primo a fornire di prodotti esteri i negozi alimentari dei campeggi.

 

Come nacque l'idea

L'indole creativa caratterizzava anche il suo sguardo di imprenditore. L'intuizione di creare Gardaland arrivò nel 1970 dopo aver visitato Edenlandia a Napoli, primo parco divertimenti italiano. È l'inizio di anni frenetici e impegnativi ma carichi di passione per realizzare la creatura a cui dedicò tutto se stesso. Nel 1972 il terreno che aveva acquistato per lo scopo in località Ronchi, tra Castelnuovo del Garda e Lazise, era ancora incolto ma il progetto di ciò che sarebbe diventato c'era già, racchiuso in «migliaia di schizzi», racconta Giorgio Tauber, a cui Furini propose di diventare direttore generale di Gardaland. Cercò dei soci, nella cerchia di amici, parenti e proprietari dei campeggi e poi coinvolgendo i fornitori che stavano dando forma al parco.

Gardaland fu inaugurato il 19 luglio 1975. Le voci narranti del documentario (oltre alla famiglia e a Tauber anche gli scenografi Alfredo Laino e Marco Bressan e Massimo Zuccotti, uno dei primi dipendenti) raccontano aneddoti degli anni in cui Gardaland stava sorgendo. Per Furini l'avventura si chiuse dopo un anno e mezzo. «Non sentiva più l'appoggio dei soci e del Cda, ha venduto le azioni della sua creatura», spiega la figlia Elena.

 

Gli altri sogni

Non finirono però i suoi sogni. Fondò l'ElettronicAnimazione per offrire servizi ai parchi tematici e ne progettò altri: Hobbyland a Brescia e molti rimasti sulla carta: Fantasyland, Pinocchio Park Gardenlandia, Veneland. «Aveva chiesto i permessi: non voleva tempestare l'Italia di parchi, ma diceva che era necessario seminare molto per portare a casa qualcosa», racconta la figlia, «mi fece capire che gli venivano chiesti soldi sottobanco ma lui fingeva di non capire: va detto, è stata la causa per cui non è più riuscito a fare nulla». Un uomo onesto, che a dispetto del successo non amava la prima fila. Nemmeno al taglio del nastro di Gardaland, come raccontano le foto di quel giorno. Morì il 13 giugno 1987, a 54 anni. Parte del suo testamento spirituale è in un appunto sulla sua agenda: «A tutti i ragazzi del mondo a cui ho dedicato i miei sforzi e le mie passioni, siano i benvenuti in questa terra di fantasia».

Katia Ferraro

Suggerimenti