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Vip & Curiosità

Il "Castello delle Cerimonie" confiscato. Naufragano le nozze sontuose in tv

Che fine faranno i matrimoni fino a 500 invitati? Ma soprattutto che ne sarà delle 300 persone, tra dipendenti, lavoratori stagionali e indotto, del Grand Hotel più popolare della tv?

Che fine farà il "Castello delle Cerimonie" e i suoi "matrimoni napulitani"? Le nozze sontuose, le celebrazione "monstre" fino a 500 invitati, i battesimi, diciottesimi e le comunioni all’insegna dell’opulenza e dell’esagerazione nel quale, almeno una volta, ci siamo imbattuti, e forse anche divertiti, facendo zapping davanti alla tv? 

Il Grand Hotel "La Sonrisa" (questo il vero nome della struttura, di circa 40mila metri quadri, che si trova a di Sant’Antonio Abate, vicino Napoli) - divenuta celebre grazie al wedding-reality di Real Time - è stato confiscato qualche giorno fa. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ora prevede il passaggio diretto della struttura al Comune. 

 

 

Il "Castello delle Cerimonie" confiscato

Il programma televisivo (noto come "Il boss delle cerimonie" fino alla quinta stagione) nato attorno alla figura di don Antonio e poi passato, sia nella vita reale che sul piccolo schermo - tra banchetti luculliani, feste e scenografie sontuose - alla figlia donna Imma e al marito Matteo, è stato confiscato al termine di un lungo iter giudiziario per lottizzazione abusiva.
 


 

Il wedding-reality delle nozze sontuose in tv

E ora sono decine le coppie di sposi, che sognavano di festeggiare il proprio matrimonio al Grand Hotel, a dover provvedere a disdire la prenotazione. Compresi carrozza per gli sposi, voli di colombe, fuochi d'artificio, buffet monumentale, cantanti neomelodici e “benedizione” di donna Imma. Sul profilo social del "Castello" numerosi chiedono informazioni sugli eventi già fissati. Ma quanto sia piena l’agenda del Grand Hotel non è dato saperlo. Certo è che la popolarità della location è cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni, complice il successo del programma televisivo.

Dal reality alla danno economico il passo è breve: coinvolti 300 lavoratori

Purtroppo, però, dal reality al reale danno economico il passo è breve. Almeno 300 persone tra dipendenti diretti, lavoratori stagionali e indotto sono coinvolti. Oggi, 19 febbraio, si sono ritrovati per organizzare un corteo che li ha portati verso il Comune  di Sant’Antonio Abate dove hanno chiesto un incontro. Ed è proprio la necessità di tutelate i posti di lavoro una delle esigenze primarie di cui dovrà tenere conto il tavolo di lavoro congiunto tra Comune, procura di Torre Annunziata e prefettura di Napoli.

L'ipotesi per il futuro del "Castello" e il ricorso alla Corte europea

«L’ipotesi è che il comune di Sant’Antonio Abate possa lasciare la struttura in gestione alla famiglia Polese per il 2024: in questo modo le prenotazioni già fatte potranno essere gestite e i clienti soddisfatti», rivelano i quotidiani locali. E i proprietari, la famiglia Polese, ha annunciato il ricorso alla Corte europea di Strasburgo.

 

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