I funerali di Francesco Nuti in forma privata
MARTEDÌ 14 GIUGNO
Si svolgeranno in forma strettamente privata, il 15 giugno, i funerali di Francesco Nuti, ma Prato, la città dell'attore e regista si unisce al cordoglio proclamando per giovedì il lutto cittadino. Un giorno di dolore, si spiega dal Comune, che precederà «i tanti momenti di celebrazione e ricordo dell'attore e regista: per Nuti è prevista la commemorazione al prossimo Consiglio Comunale di giovedì 22 giugno».
Inoltre Prato ricorderà Nuti attraverso l'intitolazione di uno dei luoghi più significativi, le Manifatture digitali cinema, per decisione unanime tra il sindaco di Prato Matteo Biffoni, l'assessore alla cultura Simone Mangani e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, in accordo con Stefania Ippoliti direttrice di Toscana film commission.
LUNEDÌ 12 GIUGNO
È morto Francesco Nuti
È morto stamani, 12 giugno, a Roma Francesco Nuti. Aveva 68 anni ed era malato da tempo. Lo rende noto la figlia Ginevra assieme ai familiari che ringraziano di cuore il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura l'attore nel lungo periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde di Roma. La data e il luogo delle esequie saranno rese note nelle prossime ore.
La sua vita
Francesco Nuti, se ne è andato in una clinica romana così lontana da quella Firenze in cui era nato il 17 maggio del 1955. Lui toccava le storie e i personaggi e li trasformava a sua immagine e somiglianza, creando una strana magia empatica per cui generazioni diverse si sono rispecchiate in quel Francesco detto "il Toscano" che poi si sarebbe nascosto dietro altri pseudonimi: Romeo, Caruso, Willy, Lorenzo, Dado, Pinocchio.
Che l'incontro con il suo conterraneo Collodi e il burattino discolo fosse da sempre un punto d'arrivo nei sogni di Francesco Nuti era chiaro fin dall'inizio: purtroppo quando i due si incontrarono davvero (OcchioPinocchio, 1994) l'attore-regista era già preda del demone autodistruttivo, tra alcool e depressione, che avrebbe segnato il suo declino e il film resta ancor oggi una grande opera incompiuta in cui solo a tratto balugina il suo talento irregolare e ribelle.
Ma prima ci sono titoli memorabili (all'inizio condivisi con Maurizio Ponzi alla regia), da Madonna che silenzio c'è stasera (1982) a Io, Chiara e lo Scuro (1983), da Son contento (1983) fino a Casablanca Casablanca che nel 1985 lo promuove a regista di se stesso in un seguito ideale di Io, Chiara e lo Scuro.
A fianco di Alessandro Benvenuti e Athina Cenci nel gruppo dei Giancattivi aveva conosciuto la popolarità in No Stop (grande fucina televisiva di talenti firmata da Enzo Trapani con il talent scout Bruno Voglino) e l'esordio al cinema con Ad ovest di Paperino (1981). Nonostante gli altalenanti successi successivi, il suo talento si disperse lentamente dopo la metà degli anni '80, prima in un'ossessiva ricerca di diversificare se stesso (Tutta colpa del paradiso, 1985, Caruso Pascoski di padre polacco, 1988, Willy Signori e vengo da lontano, 1989) e poi alla rincorsa del tempo perduto (Il signor Quindicipalle, 1998).
L'ultima volta negli schermi
Lo abbiamo visto per l'ultima volta sullo schermo nel 2005, attore in Concorso di colpa, poliziesco troppo poco visto di Claudio Fragasso. A quel punto l'appuntamento col destino è già dietro l'angolo: sempre meno presente a se stesso, l'anno dopo cade dalle scale di casa e il trauma cranico è gravissimo. Entrerà in un tunnel di faticosa rieducazione, ricadute, tiepide speranze che non gli consentirà più di riprendersi la scena anche se gli amici della giovinezza non smetteranno di stargli vicino, il fratello Giovanni lo aiuterà a scrivere una biografia molto personale (Sono un bravo ragazzo - Andata, caduta e ritorno, 2011, Rizzoli) e si moltiplicheranno spettacoli e monologhi di cui è l'indiretto protagonista.
La figlia Ginevra
In una toccante intervista la figlia Ginevra (avuta con Anna Maria Malipero) dirà: «Francesco è e sarà sempre il mio papà anche se non può più parlare, muovere le mani e camminare ed è giusto che mi occupi di lui». E così è stato fino all'ultimo giorno. Ci lascia in eredità 10 film e 15 titoli da attore, un pugno di premi (l'ultimo dei quali alla memoria di Vincenzo Crocitti gli è stato consegnato nel 2019) e troppi sogni ancora da realizzare.
La sua parabola assomiglia a quella di un altro sfortunato talento come è stato Rino Gaetano a cui lo legava una strana assonanza caratteriale e una radice calabrese che, per parte di madre, Francesco affiancava allo spiritaccio toscano del Mugello da cui veniva suo padre. Così oggi per lui viene voglia di dire: Francesco, il cielo è sempre più blu: quello è il tuo posto