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IL DIBATTITO

Chi sta con Morgan? A Sgarbi si aggiunge Salmo

Mentre l'ex Bluvertigo Andy lo attacca, il rapper e il sottosegretario alla Cultura lo difendono: «Non viene compreso»

Morgan disfactor. Il genio per autodefinizione, il narciso che ha un solo nemico, se stesso, il dispensatore di «perle ai porci», il feticista di Ravel è umano, troppo umano: «Mi vergogno e non mi piace. Tutti possiamo sbagliare».

Dopo la scenata isterica a Selinunte contro tre-quattro «bifolchi» e «f… di merda» (cit) che gli hanno dato del drogato e gli hanno chiesto, anzi ordinato, di cantare Battiato, l’artista si è genuflesso su Instagram, su Facebook, sui giornali: a Libero ha detto che è arrabbiato con se stesso, che l’offesa non fa parte di lui, che non ci sono giustificazioni e che è consapevole che ci saranno conseguenze. In tanti non hanno accettato le scuse e continuano a chiedere la sua testa brizzolata ai detentori dell’unica morale che conta, quella televisiva.

La Rai, a quanto dicono fonti ufficiose, non confermerà il programma Stramorgan (la seconda edizione era già in bilico). Sky e Freemantle, la società che produce X Factor, invece, sono in silenzio stampa: Morgan è ancora un giudice. Per ora.

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Punti di vista

Premesso che le volgarità pronunciate dal cantante sono oscene, c’è da chiedersi se non lo siano altrettanto quelle pronunciate da quei tre-quattro che lo hanno fatto sbroccare: hanno pagato 29 euro per vedere Morgan o per pretendere di essere i suoi direttori artistici? «Succede spesso di essere contestati - dice Andy, l’alter ego biondo platino di Morgan -. In questi casi bisogna stemperare la tensione con gentilezza. La gratitudine, quando salgo sul palco, è mia la priorità».

Il co-fondatore dei Bluvertigo non aggiunge altro ma, 24 ore prima di questa intervista, aveva ammesso quanto sia difficile lavorare con Marco Castoldi, quante volte arrivi in ritardo e quante insulti la platea. Altri colleghi preferiscono non parlare del caso o si limitano a stories. Marracash, tirato in ballo a Selinunte, ha proibito all’artista di fare il suo nome mentre gratta «gli ultimi soldi».

Salmo, invece, lo ha difeso: «Le persone ordinarie credono che gli artisti siano normali. Ordinati e composti nei propri scaffali, responsabili di dover dare il buon esempio ad una generazione figlia di genitori inadempienti. Nessuno divide la persona dal personaggio. Godono del disagio dell’artista, annoiati dall’arte sperano di veder cadere nel baratro artisti famosi ai quali il successo non è perdonabile».

Per il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi fr***o non è un’offesa: « Essere gay oggi è una condizione normale, lui ha indicato una condizione ormai legittimata, non insultante. Morgan ha legittimamente espresso una sua condizione di dolore, quello di essere frainteso e di non essere compreso». La reazione «è stata esagerata da parte sua perché anche se hai ragione ti devi inca**are per pochi secondi, non per mezza ora. Lui è un maledetto vero e autentico, non è finto, non recita. Il vero maledetto non danneggia gli altri ma solo se stesso. Quindi perché punirlo?».

Alessandra Troncana

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