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Britney Spears spiata persino in camera da letto

Spiata dal padre perfino in camera da letto: Jamie Spears, che dal 2008 la tiene sotto tutela legale, ha pagato centinaia di migliaia di dollari a
detective privati per sorvegliare la figlia Britney e intercettare, con una «cimice» piazzata strategicamente, le sue conversazioni più intime con i figli, gli amici e gli uomini nella sua vita, rivela oggi un nuovo documentario del «New York Times», «Controlling Britney», uscito alla vigilia dell’udienza del 29 settembre con al centro il ferreo controllo esercitato dal genitore sulla popstar ormai quasi quarantenne. «Jamie sembrava particolarmente ossessionato dai boyfriend di Britney», ha detto Alex Vlasov, un dipendente dell’agenzia di sicurezza Black Box che ha offerto al «New York Times» anni di email, sms e registrazioni audio. Lo scoop arriva alla vigilia dell’udienza in cui l’avvocato della cantante, Matthew Rosengart, chiederà ufficialmente alla giudice Brenda Penny di «liberare» la sua cliente come reclamato dagli attivisti del movimento #FreeBritney, molti dei quali, si scopre oggi, sono stati anche loro spiati da Black Box. Registrare conversazioni private o sms senza il consenso di entrambe le parti può essere un reato e Jamie ha prontamente replicato attraverso un legale: «È stato fatto tutto nei parametri dell’autorità conferitagli dall’istituto della tutela e con il consenso di Britney, il suo avvocato e/o della corte». A sua volta un rappresentante di Black Box ha detto che la ditta ha lavorato nel rispetto dei limiti etici e legali: «Siamo particolarmente orgogliosi perché il nostro lavoro ha tenuto Britney al sicuro per molti anni». Ex diva bambina della Disney, poi «principessa del pop» e idolo delle teenager, Britney Spears è dal 2008 sotto tutela legale, un istituto applicato di solito a persone molto anziane o non più in possesso delle proprie facoltà mentali. Secondo Vlasov, l’operazione di sorveglianza ha aiutato varie persone, ma soprattutto Jamie, a controllare ogni minimo aspetto della vita della cantante. «Mi sembrava una persona in carcere», ha detto spiegando che si è deciso a vuotare il sacco dopo aver ascoltato lo scorso giugno l’esplosiva deposizione in aula di Britney contro il padre. Il ruolo di Black Box è stato a lungo un mistero: fondata dall’israeliano Edan Yemini, che sul sito della società viene descritto come un ex testa di cuoio israeliana, è diventata un colosso del settore della sicurezza di celebrità proprio grazie al contratto con gli Spears e ora conta tra i clienti i Kardashians, Miley Cyrus e Lana Del Rey.
A Britney Black Box aveva clonato l’iPhone mandando a Jamie copie di tutte le comunicazioni in voce e testo, Facetime, appunti, navigazione navigazione e fotografie. «Yemini diceva che dovevamo farlo per proteggerla da cattive influenze», ha detto Vlasov, ma «Jamie monitorave gli sms con la madre, i boyfriend, gli amici più intimi e perfino l’avvocato», afferma il «New York Times» sulla base dei messaggi ricevuti.

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