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Luoghi & eventi

Valpolicella, piccolo eden. Storie di pietre e vitigni

Un'autonomia spiccata e il senso della comunità: i borghi non si svuotano e parlano d vino, buon vivere e sentieristica

Sembra un'isola la Valpolicella. Un'isola di terraferma, da dove l'orizzonte si allarga alla montagna ma insieme guarda al lago di Garda, lì a portata di mano. C'è un balcone - quello di S.Giorgio in Valpolicella - dove si ha la percezione netta del perchè l'umanità ha messo solide radici dal VII-VI secolo avanti Cristo: qui si stava bene. Il clima, i vitigni, le cave di marmo e di pietra, materiali che contraddistinguono i borghi dove sentirsi non turisti ma gente amica.

Il progetto sul cicloturismo

Cinque comuni principali (S.Ambrogio, S.Pietro in Cariano, Fumane, Negrar e Marano)e tre afferenti (Pescantina, Dolcé, S.Anna) messi insieme dalla Storia ed oggi anche dal Gal Baldo Lessinia che ha sviluppato in Valpolicella uno dei suoi progetti chiave, quello sul cicloturismo. Come? Aiutando con i bandi pubblici una volta il B&B a comprare gli arredi, un'altra la pensioncina a fornirsi di bici elettriche, un'altra ancora l'azienda agricola a recuperare l'antica colombara com'è avvenuto alla Corte Fornaredo, a Purano di Marano: stessa famiglia dal 1800, 5 ettari e 20 mila bottiglie annue di Valpolicella, Amarone e Ripasso, con una sensibilità per l'architettura antica ma anche per i disabili, con le loro etichette in braille.

La Valpolicella era una contea scaligera

In Valpolicella sono speciali da sempre, hanno il senso della comunità e dell'autonomia: i Romani lasciarono fare agli Arusnati, popolo retico che occupava la zona e lavorava ferro e pietra; e così gli Scaligeri concessero il nome di contea, salvo poi tornare sotto il dominio di Verona fino alla Serenissima che faceva la pesa in Valpolicella di nettari, cereali e marmo. Piacque a Dante Alighieri la zona, dove il figlio Pietro ebbe una villa a Gargagnago; e piacque ai signori di Verona e di Venezia, tanto che sono oltre 100 le ville alla veneta realizzate, compresa quella rinnovata da Andrea Palladio, villa Serego a Santa Sofia di Pedemonte. C'è chi ha rinvenuto elementi di Valpolicella nel quadro "Parnaso" di Andrea Mantegna al Louvre: di certo oggi viaggiano migliaia di "cartoline" via social, scattate dai visitatori che calamitati dalla celebrità dei vini in realtà scoprono dell'altro.

Duecento chilometri in 19 itinerari

Ad esempio i 200 chilometri percorribili tra vigneti, boschi e borghi medievali che su e giù per le colline conducono fino alla Valdadige: 19 itinerari (bike.infovalpolicella.it) ognuno dei quali fa scoprire una piazza, una cantina o un balcone. O un panificio come quello di Samuele Segala, che a Cavalo di Fumane non solo sforna rosette per i comuni d'intorno ma vince anche premi per i dolci e i panettoni gourmet. E come non posare la bici e fermarsi da Red Zone in piazza della pieve a San Giorgio? Prima o dopo la visita alla stupenda chiesa, la sosta è gastro-enologica nell'ex locale della cooperativa La proletaria, che prima e dopo la seconda guerra garantiva l'arrivo dei generi alimentari senza ricorrere al mercato nero. Giustizia e condivisione, ciàcole di cortile e solidarietà, lungo vie lastricate di fossili e di pietre a secco, di muretti divisori detti marogne. Che dire? Lo spirito della tavola antica si respira all'Enoteca di Fumane: Ada Riolfi dirige il traffico in cucina da 27 anni. E le ricette non le rivela.

Le guide di Here i am

Si chiama "Here i am" e raduna un gruppo di guide ambientali ed escursionistiche che accompagna i visitatori nell'apprezzare il meglio delle zone Valpolicella, Garda, Monte Baldo, Lessinia ed Est veronese. Non solo guide: sono persone che abitano il territorio e lo amano, cercando di contagiare il pubblico nel comprendere il perchè del paesaggio, delle tradizioni culturali e gastronomiche. A piedi e in bici, preferibilmente. Gli indirizzi segreti e utili li hanno tutti loro.

L'itinerario delle pievi del periodo romanico

Nello spazio di 15-20 km c'è un concentrato di antiche pievi, costruite in pietra locale, da togliere il fiato: il santuario della Madonna de Le Salette a Fumane; la chiesa di San Floriano a San Pietro in Cariano, che ha conservato l'aspetto romanico solo all'esterno; la chiesa campestre di San Marco a Valgatara; Santa Maria Valverde a Marano di Valpolicella. E infine la più bella , San Giorgio detto Ingannapoltron, in Valpolicella.

Valentina regina della pergola veronese

Una storia è anche quella di Valentina Cubi che nel 1970 rilevò col marito Giancarlo un'azienda a Casterna di Fumane, borgo del Settecento. Producevano uva da conferire ad altri. Ma dopo 30 anni, la coppia decide di produrre in proprio: tredici ettari curatissimi di pergola veronese dove cresce l'uva Corvina, con filosofia biologica diventa regola da 2010. E vicino un'agriturismo, dove grazie al web, arrivano ospiti da tutto il mondo.

Il vino bio migliora se accompagnato da musica

Si chiama Corte Bravi, fondata nel 2011 da due giovani di Gargagnago. I fratelli Andrea e Ivano Brunelli volevano consegnare ai figli un futuro più pulito: quindi certificazioni biologiche e trasformazione delle vigne - 4 ettari e mezzo - in un luogo "antico", con raccolta mano, vinificazione in purezza, maialino vietnamita che gira indisturbato. Ogni vino corrisponde ad un brano rock che si ascolta inquadrando il qr code sulle bottiglie.

Nicoletta Martelletto

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