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Scienza & tecnologia

Uno studio dimostra che la vita è possibile anche senza ossigeno fuori dal sistema solare

Alcuni esperimenti dell'Università di Padova hanno dimostrato come la vita dei cianobatteri non sia influenzata dalla mancanza di ossigeno

Una ricerca italiana dimostra per la prima volta che, teoricamente, alcuni pianeti esterni al Sistema Solare potrebbero ospitare forme di vita elementari come i cianobatteri, le minuscole alghe da sempre considerate un modello per studiare la vita fuori dalla Terra. Lo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Plant Science, è coordinato da Nicoletta La Rocca del dipartimento di Biologia dell'Università di Padova e condotto da un gruppo multidisciplinare composto da biologi, bioinformatici, ingegneri e astronomi. Simulazioni delle condizioni ambientali di alcuni esopianeti condotte dai ricercatori hanno dimostrato che i cianobatteri potrebbero vivere e proliferare anche in assenza di ossigeno, purchè ci sia luce.

Il risultato fornisce un ulteriore elemento utile per cercare vita nell'Universo. Nelle simulazioni è stato riprodotto, in particolare, un ambiente privo di ossigeno e illuminato da una stella piccola e relativamente fredda come una nana rossa ed è emerso che, anche in condizioni così difficili i cianobatteri, comparsi sulla Terra 3,5 miliardi di anni fa, mostrino buona capacità di crescere e di generare energia attraverso la fotosintesi, grazie a particolari caratteristiche del loro corredo genetico. «Inizialmente - osserva La Rocca - è stata misurata la crescita, la produzione fotosintetica di ossigeno e la composizione in pigmenti di questi organismi; successivamente ne è stata studiata la risposta a livello trascrizionale, attraverso il sequenziamento dell'Rna. In maniera sorprendente, l'atmosfera priva di ossigeno non sembra impattare la risposta dei due organismi in maniera significativa. I risultati mostrano come entrambi gli organismi siano predisposti all'anossia e come la luce simulata di stella rossa nana possa essere raccolta efficacemente e sia sufficiente per mantenere un metabolismo simile a quello cui gli organismi sono esposti in luce solare».

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