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Uber, l’App per prenotare
il taxi punta i fondi: 12 mld

STARTUP. La società interessa a numerosi fondi di investimento e punta a raccogliere 500 milioni di dollari per ingrandirsi e avviare nuovi servizi per i clienti come la consegna dell’albero a Natale e dei fiori a San Valentino
Uber, app per prenotare il taxi
Uber, app per prenotare il taxi
Uber, app per prenotare il taxi
Uber, app per prenotare il taxi

Uber, la startup che ha creato l’omonima app per prenotare taxi e vetture con autista usando il proprio smartphone, è in trattativa con un gruppo di gestori di fondi per rastrellare investimenti che la potrebbero valutare a più di 12 miliardi di dollari. Secondo quanto riporta il Financial Times, la società californiana punta a raccogliere circa 500 milioni di dollari. Tra i possibili investitori, dicono le fonti del quotidiano, ci sono BlackRock e le private equity General Atlantic e Technology Crossover Ventures. Uber punta a chiudere gli accordi nel giro di poche settimane e comunque entro la fine del secondo trimestre. Nelle scorse settimane si era parlato di una raccolta fondi inferiore, che avrebbe valutato la società a circa 10 miliardi di dollari. In Italia Uber non riesce a decollare per le forti proteste dei taxisti, che si oppongono alla gestione delle chiamate da parte della App americana. Una valutazione di 12 miliardi di dollari sarebbe quadrupla rispetto a nove mesi fa, quando gli investimenti di Tpg e Google Ventures la avevano fatta salire a 3 miliardi. Uber, che trattiene come commissione una parte del prezzo pagato dagli utenti, ma non ha propri veicoli, è presente in oltre cento città, il doppio rispetto al lancio di cinque anni fa. La strategia voluta dall’amministratore delegato Travis Kalanick è molto aggressiva e punta ad ampliare progressivamente il numero di servizi offerti, proprio per tenere il passo di rivali ben finanziate. Per esempio, ha pensato a servizi mirati (le consegne di alberi di Natale nel periodo invernale, di fiori a San Valentino e di gelati in estate) e il mese scorso ha presentato «Rush», un network per la logistica on-demand. La tecnologia alternativa a Uber in realtà però esiste da anni ed ha pure un’anima e un cervello progettuale italiano. Taxiclick, questo il suo nome è un’ applicazione, già utilizzabile in molti Stati europei, sviluppata da Cotabo (coop bolognese, una delle principali di taxisti) in collaborazione con la spagnola Taxitronic, partner tecnologico di Cotabo e di tante altre centrali radiotaxi europee. L’applicazione, spiega Cotabo, offre un servizio più ampio al cliente: con smartphone o tablet si può prenotare un taxi con pochi click; si può pagare la corsa in contanti, con bancomat o carta di credito o con fattura inviata a casa per gli abbonati; l’applicazione rende noto il percorso, il tipo di macchina in arrivo, il numero di licenza del tassista e il tempo d’attesa, in maniera tale che chi la utilizza è in grado di sapere tutte le informazioni sul suo taxi e programmare l’orario di arrivo in base ai propri impegni. In più è gratis: chi la utilizza non deve versare nessun addebito aggiuntivo al gestore dell’applicazione, un altro fattore importante in grado di svilupparne la crescita

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