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I robot vanno ora a lezione
di bon ton per le interazioni

I robot vanno ora a lezione di bon ton per le interazioni
I robot vanno ora a lezione di bon ton per le interazioni
I robot vanno ora a lezione di bon ton per le interazioni
I robot vanno ora a lezione di bon ton per le interazioni

I robot vanno a scuola di buone maniere, per imparare ad interagire sempre meglio con gli umani. Lezioni di “bon ton” sono in corso in Argentina, all’Università San Juan di Buenos Aires, dove si insegna a non invadere lo spazio personale degli interlocutori in carne e ossa, mentre negli Stati Uniti, alla Kettering University in Michigan, si svolgono lezioni più pragmatiche per perfezionare le interazioni fisiche tra robot e umani. Pubblicati i programmi I ‘programmi’ di questi corsi sono descritti in due articoli pubblicati su IEEE/CAA Journal of Automatica Sinica, la rivista pubblicata dalla più importante organizzazione al mondo di ingegneria elettrica ed elettronica (Ieee) e dall’Associazione cinese per l’automazione. Le “zone sociali” “Gli umani rispettano le zone sociali quando interagiscono fra loro: allo stesso modo anche un robot che segue un umano, come parte di una formazione, deve rispettare le zone sociali per migliorare la sua accettazione”, spiega il ricercatore argentino Daniel Herrera. La materia principale insegnata a questi corsi di “bon ton” è l’interazione fisica con l’uomo, che non deve essere vista dal robot come un’interferenza, bensì come una vera e propria occasione per imparare le preferenze e le abitudini dell’umano. Personalizzazione esperienza “Crediamo che questa personalizzazione dell’esperienza possa portare ad avere un sistema più intuitivo, dove l’intervento del robot si adatta alle performance e al comportamento del suo utilizzatore”, sottolineano gli esperti della Kettering University. Progetto italiano Nel frattempo, il robot bambino iCub, capace di imparare in modo simile all’uomo e nato all’Istituto italiano di tecnologia di Genova, è diventato un vero e proprio punto di riferimento per le ricerche sull’intelligenza artificiale, ormai presente in 36 laboratori di tutto il mondo. E si sta preparando al suo debutto ufficiale in società per diversi fini: ad esempio, offrire il suo aiuto per il trattamento dei bambini autistici, fino alla sorveglianza nei centri commerciali. Nato nel 2004, iCub ha proprio le dimensioni di un bambino di 5 anni; è alto 104 centimetri e pesa circa 29 chili. Tra le sue funzioni, sa camminare, sedersi, interagire fisicamente con l’ambiente e riconoscere gli oggetti.

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