ChatGPT, il servizio di intelligenza artificiale messo a punto da Open AI, torna accessibile in Italia e in anticipo sui tempi annunciati. «Bentornata, Italia! Siamo lieti di riprendere ad offrire ChatGPT in Italia», è il messaggio che appare accedendo sul sito dell’applicazione. Era stata fissata al 30 aprile la data entro cui OpenAI, l’azienda di San Francisco che ha sviluppato il popolare modello di chatbot basato sull'intelligenza artificiale, doveva adeguarsi alle misure richieste dal Garante della privacy italiano. L'Autorità per la protezione dei dati personali lo scorso 31 marzo aveva costretto la startup a bloccare ChatGpt Italia.
Fatto l'accordo tra OpenAI e il Garante della Privacy
OpenAI ha accettato di adempiere alle richieste di rispetto della normativa europea sulla privacy. Un primo segnale era arrivato in settimana quando OpenAI ha concesso a tutti gli utenti mondiali la possibilità di escludere le proprie conversazioni dal training dell'algoritmo.
La società statunitense ha fatto pervenire al Garante una nota nella quale illustra le misure introdotte in ottemperanza alle richieste dell’Autorità, spiegando di aver messo a disposizione degli utenti e non utenti europei e, in alcuni casi, anche extra-europei, una serie di informazioni aggiuntive, di aver modificato e chiarito alcuni punti e riconosciuto a utenti e non utenti soluzioni accessibili per l’esercizio dei loro diritti.

Quali sono le richieste del Garante italiano
Secondo quanto rende noto il Garante per la Privacy OpenAI, in particolare, ha predisposto e pubblicato sul proprio sito un’informativa rivolta a tutti gli utenti e non utenti, in Europa e nel resto del mondo, per illustrare quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l’addestramento degli algoritmi e per ricordare che chiunque ha diritto di opporsi a tale trattamento; ampliato l’informativa sul trattamento dei dati riservata agli utenti del servizio rendendola ora accessibile anche nella maschera di registrazione prima che un utente si registri al servizio; riconosciuto a tutte le persone che vivono in Europa, anche non utenti, il diritto di opporsi a che i loro dati personali siano trattati per l’addestramento degli algoritmi anche attraverso un apposito modulo compilabile online e facilmente accessibile.
«Apprezziamo la collaborazione del Garante e attendiamo con impazienza di proseguire le discussioni in corso», dichiara il portavoce della società che ha creato ChatGpt.
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Lo stop a ChatGpt era arrivato il 31 marzo
Mentre il più ci stavano prendendo la mano, testando l'intelligenza artificiale con domande, richieste e conversazioni, la decisione dell'Autorità garante della protezione dei dati personali aveva decretato uno stop immediato a ChatGpt il 31 marzo, sollevando una serie di polemiche tra pro e contro. Un blocco con effetto immediato, era stato annunciato, «finché non rispetterà la disciplina privacy». Contestualmente era stata anche aperta un'istruttoria.

Cronologia delle conversazioni conservata
Da quanto la nostra redazione ha potuto osservare, la cronologia delle chat antecedenti il blocco è stata conservata. Gli argomenti sono disponibili sulla colonna sinistra della schermata di conversazione.