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La novità

Addio alla vecchia cassetta postale, arriva quella smart

Dagli anni ’60 è un’icona che spicca, con il suo colore rosso, in città e paesi italiani: è la cassetta postale che da oggi diventa smart. I cittadini potranno, oltre ad imbucare la corrispondenza, ricevere informazioni sul tempo (l’umidità, la temperatura, le poveri sottili) e sul loro Comune, grazie ad uno schermo incorporato nella cassetta e collegato a internet.
Milano è la prima città in Italia ad ospitare le nuove cassette postali smart di Poste Italiane: al momento sono state installate nel pieno centro della città. Dotate di uno schermo ad e-ink, simile a quello che si trova sugli e-reader, oltre a veicolare informazioni utili per i cittadini, sono dotate di sensori che rilevano la presenza della corrispondenza all’interno e consentono a Poste di ottimizzare la fase di ritiro, riducendo l’impatto ambientale. In questa prima fase a Milano saranno installate 46 cassette smart e nuove installazioni ci saranno anche nelle principali città italiane, a Torino, Roma, Napoli per un totale di 100 nuove cassette. Nel 2022 ci saranno 12 mila cassette smart sul territorio italiano: «in Italia ci sono circa 40 mila cassette che avranno nel tempo una rivisitazione verso quella che è la cassetta smart, con un percorso che ci vedrà impegnati fino al 2022 con la sostituzione di un buon numero del parco cassette», ha spiegato Gabriele Marocchi, responsabile Ingegneria di Poste Italiane.
A 60 anni di età, si adeguano quindi ai tempi. Le "cassette d’impostazione", come venivano chiamate, del resto ne hanno fatta di strada da quando sono comparse in Italia alla fine dell’Ottocento, seguendo l’evoluzione della società italiana, tra conflitti mondiali, fine della monarchia e inizio della Repubblica. Le prime cassette postali di cui si ha notizia sono del 1886 quando la Direzione generale delle Poste stipula un contratto con l’officina Meccanica di Ettore Calzone per produrre 100 cassette mobili che dovevano essere collocate nelle stazioni delle principali linee ferroviarie del Regno d’Italia.
Nel 1906 in Italia c’erano 20530 cassette fisse e 6942 mobili, usate nelle stazioni, sui treni, sui tram, piroscafi e alberghi. Nella Prima guerra mondiale speciali uffici postali accompagnavano le truppe al fronte con le apposite cassette di impostazione. Dopo il referendum che sancì il passaggio dalla monarchia alla Repubblica, nel 1946, le Poste eliminarono dalle cassette l’emblema del Regno d’Italia. Tra il 1957 e il 1959 arriva un nuovo modello pensato per l’esercito di motorizzati delle città che possono imbucare le lettere senza scendere dal loro mezzo. Dal 1965, invece, la posta viaggia in apposite cassette agganciate sulle fiancate di tram e bus. Tra il 1961 e il 1965 arrivano le cassette a due feritoie, che permettono di separare la posta diretta in città da quella diretta altrove. Nel 1967 il presentatore Corrado sbuca da una cassetta della posta in uno spot destinato a far conoscere il Cap agli italiani: per questa campagna Poste coinvolse testimonial come Gianni Boncompagni, Raffaella Carrà, Gino Bramieri e Ugo Tognazzi.

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