Allergie alimentari. Ne soffrono anche i vicentini. Un piccolo esercito. In tutta la provincia di allergici veri se ne contano oltre 31 mila. Da suddividere in due categorie: circa 16.500 fra i bambini da 0 a 14 anni, la striscia di età in cui questo genere di ipersensibilità ad alcuni alimenti più sospetti colpisce fino al 15 per cento della popolazione, e quasi 15 mila dai ragazzi di 15 anni agli over 65, la fascia molto più estesa dalle classi giovani a quelle senior in cui a penare per gli allergeni sono il 2 per cento dei residenti. Anche per loro il cibo sbagliato può diventare veleno.
Oltre 31mila vicentini soffrono di reazioni allergiche gravi
Anche loro devono stare molto lontani da alcuni alimenti, più o meno i soliti detonatori, quelli che scatenano circa il 90 per cento delle reazioni allergiche, e che nelle forme più robuste, nelle ingestioni accidentali, quando non si ha a portata di mano l'auto-iniettore di adrenalina, l'unico salva-vita a disposizione, fanno esplodere lo shock anafilattico fino alla possibilità, fra lo 0,25 e lo 0,33 per cento del totale di questo corto-circuiti sistemici, di un esito mortale.
Il caso della giovane milanese morta per un tiramisù
L'ultimo caso è la ragazza di 20 anni deceduta domenica notte all'ospedale San Raffaele di Milano dopo dieci giorni di coma probabilmente per aver mangiato un tiramisù "vegano" che non avrebbe dovuto contenere prodotti derivati dal latte al quale la giovane era allergica.
Gli allergeni più ricorrenti e pericolosi
Nel libro nero, appunto, degli allergeni più ricorrenti e pericolosi, ci sono latte e latticini, uova, arachidi, frutta secca, soia, nichel, grano, cereali che contengano glutine, pesce, crostacei. E il fenomeno, dice Pierpaolo Pavan direttore del Sian dell'Ulss 8 Berica, il Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione, un autentico specialista della materia, è in rapido aumento. «La causa è l'inquinamento atmosferico che attiva il sistema immunitario e rende più facile la sensibilizzazione allergica», sottolinea. Il meccanismo è noto. «Alcuni alimenti - spiega il dottor Pavan - vengono riconosciuti estranei dal nostro corpo per cui si produce una reazione infiammatoria di tipo allergico che si può manifestare con una semplice orticaria, ma anche nei casi più estremi con lo shock anafilattico».
«L'Italia è anche un Paese di allergici immaginari»
C'è, però, da distinguere. L'Italia è anche un Paese di allergici immaginari. «Si fa molta confusione - sottolinea Pavan -. Si parla addirittura di 20 milioni di allergici. Un numero fantasioso. Se fosse vero, il 40 per cento degli italiani avrebbe un'allergia. Si scambia il colon irritato per un'allergia alimentare. E il risultato è che si eliminano cibi dalla tavola, ma si continua a stare male. Bisogna fare diagnosi corrette. I numeri sono molto più bassi», puntualizza il direttore del Sian.
In effetti, un italiano su quattro è allergico come l'Argante di Molière era malato. La presunta allergia è priva di basi concrete. Non c'è nessun sintomo, non c'è nessuna diagnosi medica, ma c'è solamente una sommaria autodiagnosi. Il fatto è che per scoprire l'allergia che non c'è, non si esita ad affidarsi a guru e a finti esperti, prendendo per oro colato una serie di test che non servono a nulla se non a far abboccare all'amo gli ingenui.
I dati dell'Istat
Lo confermano i dati dell'Istat. I veri allergici a un qualche alimento in Italia sono un milione e 800 mila, dei quali 700 mila bambini. E, come principali categorie, 600 mila sarebbero allergici al glutine e 300 mila al latte. C'è, poi, da chiarire, dice il dottor Pavan, «che l'allergia è cosa diversa dalla semplice intolleranza alimentare che non genera gravi reazioni del nostro sistema immunitario».
La fake news da smascherare
E c'è, infine, da smascherare una fake news piuttosto invalsa, secondo la quale l'intolleranza alimentare provocherebbe sovrappeso e obesità. Pavan lo ribadisce con forza: «È una bufala. Un'arma di distrazione di massa. Non ha fondamento scientifico. Serve solo a truffare i pazienti. C'è chi, seguendo questa falsa traccia, consiglia di togliere alcuni alimenti, magari pane e pasta, per fare una dieta proteica, di quelle che all'inizio fanno perdere un po' di peso tranne dopo qualche mese recuperarli con gli interessi. Se uno è intollerante o allergico sta male, ha bruciore, fastidio, gli si gonfiano le labbra. Non è pensabile che se uno mangia e sta bene sia intollerante e assimili di più. È solo un trucco fondato su test inattendibili per convincere a fare una dieta senza carboidrati che non è assolutamente salutare e che anzi porterà ad ingrassare».