Salute & benessere

Giardini virtuali per combattere l'affaticamento mentale

lo rivela uno studio italiano nell'epoca post covid su una platea di studenti

Un prato verde vicino ad un laghetto montano, l’acqua che brilla, il sole. Un ambiente naturale, rilassante che più di ogni altra cosa è in grado di ridurre l’affaticamento mentale, solo che in questo caso le immagini sono ricreate in realtà virtuale. In Italia durante la pandemia il lockdown e anche la conseguente Dad hanno avuto importanti ripercussioni nelle performance universitarie degli studenti che hanno sviluppato diverse problematiche legate alla concentrazione, alla fatica cognitiva e ai tempi di recupero. Uno studio dell’Istituto universitario salesiano di Venezia (Iusve) è partito proprio da questo e ha voluto analizzare gli effetti che l’esposizione ad immagini ad alto potenziale «rilassante» (ricreate interamente in realtà virtuale) ha sull’affaticamento mentale.

Lo studio su 70 soggetti giovani dai 19 a 25 anni

I risultati, studiati su 70 soggetti giovani (dai 19 ai 25 anni) dimostrano che la realtà virtuale, utilizzata in questo modo, ha a tutti gli effetti un potere ‹rilassante› per la mente. «In questa ricerca la realtà virtuale è stata utilizzata con successo per trattare l’affaticamento mentale e migliorare la concentrazione - spiega infatti Davide Marchioro, referente dell’Area di Psicologia dello Iusve - abbiamo dimostrato che l’esposizione a paesaggi naturali immersivi in realtà virtuale ha effetti positivi sul benessere mentale e fisico. Tecniche simili sono state già utilizzate con successo per trattare disturbi mentali come l’ansia e la depressione. Ma gli sviluppi di questa tecnica sono molti, uno su tutti l’uso in contesti formativi in cui la realtà virtuale può essere utilizzata per creare ambienti di formazione immersivi che aiutino a mantenere l’attenzione e migliorare la concentrazione». 

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