Sanità

Allergie, pazienti in crescita: aumentano i casi tra i giovani. I consigli dei medici

Oltre 100 mila i vicentini che soffrono di asma e riniti allergiche. Il rischio ora è che la stagione dei pollini sia sempre più duratura

Ed ecco le allergie. Tutta colpa dei pollini che da marzo cominciano ad aumentare la loro concentrazione soprattutto nelle giornate soleggiate e ventose. Alle spalle inverno e influenze, ecco la primavera che lancia nell'aria invisibili nubi di pollini e preoccupa il popolo degli allergici che sono sempre di più anche se non mancano i malati immaginari che, per scoprire l'allergia che non hanno, non esitano ad affidarsi a stregoni e finti esperti, prendendo per oro colato una serie di test che non servono a nulla se non a far spendere (inutilmente) un mare di soldi. È vero, comunque, che, da 15 anni a questa parte, pare per una questione di meteo e di smog, il fenomeno è in aumento soprattutto fra i più giovani. Tra l'altro, con la rivoluzione climatica in atto, il picco è destinato a salire a causa di una stagione dei pollini sempre più intensa e duratura. Una volta c'erano solo il raffreddore da fieno e qualche, sparuta, rinite. Ora le allergopatie coinvolgono tutte le fasce d'età, dal bambino all'anziano. «Le malattie allergiche respiratorie più frequenti - spiega il primario di pneumologia del San Bortolo Giuseppe Idotta - sono due: rinite allergica ed asma bronchiale».

Allergie, oltre 100 mila vicentini interessati

Il popolo degli allergici (veri) conta almeno 15 milioni di italiani. Nella nostra provincia si calcola che siano oltre 100 mila i vicentini, e il 40 per cento sono ragazzi, che soffrono in qualche misura di asma e riniti allergiche. A moltiplicare il rischio è il Dna genetico. Se i genitori sono sani, la possibilità che un figlio sia allergico è pari al 10-15 per cento. Se uno fra papà e mamma è allergico la percentuale sale al 30 per cento, e se entrambi lo sono il bambino lo diventerà nel 60-80 per cento dei casi.

I sintomi e le conseguenze

I sintomi possono essere lievi ma anche fastidiosi. Narici ostruite, naso che cola, starnuti a raffica, tosse, lacrime che sgorgano dalle palpebre, occhi arrossati, gonfi, irritati, congiuntivite, prurito al naso, al palato, alla gola, e poi respiro affannoso e mal di testa. Ma poi ci sono le conseguenze più cattive: orticaria, disturbi gastro-intestinali, reazioni anafilattiche, attacchi di asma. «In questo momento - dice Idotta - le principali piante responsabili di emettere pollini allergenici sono la betulla e l'olivo. Poi cominceranno le graminacee che andranno avanti fino a metà luglio. Fino ad ottobre, a scatenare una risposta immunitaria ci sarà la parietaria, un'erba simile all'ortica». Ai pollini si associano altri fattori come l'inquinamento e gli stress termici dovuti, come detto, ai bruschi cambiamenti climatici. «E c'è poi il fatto che quando piove i pollini si riempiono di acqua, si ingrossano, per cui, nel momento in cui i soggetti predisposti li inalano, scoppiano nelle vie aeree attivando il meccanismo asmatico». Esiste una stretta correlazione tra rinite e asma. «L'asma - ricorda Idotta - è presente nel 20-50 per cento delle persone con rinite allergica, mentre l'80 per cento degli asmatici soffre anche di rinite. Una diagnosi di rinite allergica non è sempre facile. Il farmaco di base per combattere l'allergia e risolvere in parte i sintomi è l'anti-istaminico, ma a volte vanno bene anche anti-infiammatori e cortisonici». Nessuna connessione, invece, con la pandemia. «Chi ha avuto il Covid- spiega l'ex primario pneumologo Rolando Negrin - non corre pericoli. Un aggravamento dei disturbi respiratori sarebbe stato possibile solo nell'immediatezza dell'infezione»..

I consigli dei medici

Ci sono due alleati diagnostici veramente affidabili per smascherare gli allergeni che si annidano nell'aria. Il primo è il prick test, un test cutaneo rapido, indolore, adatto pure ai bambini. Si fa penetrare nella pelle una goccia di estratto allergenico e se il responso è positivo si forma un pomfo e l'epidermide si arrossa. Il secondo è la ricerca delle immunoglobuline E nel sangue direttamente connesse alle reazioni allergiche. A rischio di allergie, come detto, i più giovani. La maggior parte dei bambini è sensibilizzata al polline delle graminacee, erbe molto diffuse che assomigliano ai cereali e producono polline da aprile a ottobre. «Parlando di allergia ai pollini che vengono diffusi dal vento - spiega Mariangela Berardi pneumo-allergologa pediatra del San Bortolo - non è pensabile evitare l'esposizione all'allergene. Da marzo a luglio la concentrazione di pollini cresce soprattutto nelle giornate calde, assolate e ventose perché i pollini sono più leggeri e meglio trasportati nell'aria». Ed, ecco alcuni consigli utili da seguire nel periodo critico: evitare gite in campagna nelle ore mattutine soprattutto nei giorni di sole con vento e clima secco; scegliere per le vacanze località di alta montagna o di mare, ricordando che per altitudini medie (600-1000 metri) le stesse piante liberano i pollini circa un mese più tardi rispetto alla pianura; verificare la pulizia dei filtri di condizionamento dell'auto e della casa; non tagliare l'erba del prato e non sostare nelle vicinanze di altri spazi in cui sia stata tagliata l'erba da poco. 

Franco Pepe