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Pigafetta 500, quarto brano

Pigafetta 500
Pigafetta 500
Pigafetta 500
Pigafetta 500

27 aprile 1521

La morte di Ferdinando Magellano

 

Vedendo questo, lo capitano generale mandò alcuni a brusare le sue case per spaventarli. Quando questi visteno brusare le sue case, diventarono più feroci. Appresso de le case furono ammazzati due de li nostri, e venti, o trenta case li brusassemo; ne venirono tanti addosso, che passarono con una frezza venenata la gamba dritta al capitano: per il che comandò che se retirassimo a poco a poco: ma loro fuggirono, sicchè restassimo da sei o otto con lo capitano.

Questi non ne tiravano in altro, se non a le gambe, perchè erano nude. Per tante lancie e pietre che ne traevano non potessemo resistere. Le bombarde de li battelli, per esser troppo lungi non ne potevano aiutare; sì che venissemo retirandosi più de una buona balestrata lungi dalla riva, sempre combattendo ne l'acqua fino al ginocchio. Sempre ne seguitorno e ripigliando una medesima lancia quattro o sei volte, ne la lanciavano. Questi, conoscendo lo capitano, tanti se voltorono sopra de lui, che due volte li buttarono lo celadone fora del capo; ma lui, come buon cavaliero, sempre stava forte. Con alcuni altri più de una ora così combattessemo e, non volendosi più ritirare, uno Indio li lanciò una lanza de canna nel viso. Lui subito con la sua lancia lo ammazzò e lasciogliela nel corpo; volendo dar di mano alla spada, non potè cavarla, se non mezza per una ferita de canna [che] aveva nel brazzo. Quando visteno questo tutti andorono addosso a lui: uno con un gran terciado (che è como una scimitarra, ma più grosso), li dette una ferita nella gamba sinistra, per la quale cascò col volto innanzi. Subito li furono addosso con lancie de ferro e de canna e con quelli sui terciadi, fin che lo specchio, il lume, el conforto e la vera guida nostra ammazzarono.

Quando lo ferivano, molte volte se voltò indietro per vedere se èramo tutti dentro ne li battelli: poi, vedendolo morto, al meglio [che] potessemo, feriti, se ritrassemo a li battelli, che già se partivano. Lo re cristiano ne avrebbe aiutato, ma lo capitano, innanzi [che] desmontassimo in terra, gli commise [che] non si dovesse partire dal suo balangai e stesse a vedere in che modo combattevamo. Quando lo re seppe come era morto, pianse.

Se non era questo povero capitano, niuno de noi si salvava ne li battelli, perché, quando lui combatteva, gli altri si salvavano ne li battelli.

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