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I ricordi dei vicentini

«Quella notte davanti alla tv
L'entusiasmo fu contagioso»

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La Notte della Luna
La Notte della Luna
La Notte della Luna
La Notte della Luna

Tutti ricordano dov'erano il 20 luglio del 1969 alle 22.17. Tutti ricordano quelle immagini in tv, in bianco e nero, il volto e la voce del giornalista Rai Tito Stagno, che poi fu scherzosamente insignito del titolo di "astronauta ad honorem" da Mariano Rumor, all'epoca presidente del Consiglio. E tutti ricordano quelle parole: "Ha toccato", che Stagno pronunciò causando l'altrettanto famoso screzio con Ruggero Orlando, corrispondente da Houston.

L'allunaggio dell'Apollo 11 s'intreccia con le emozioni e la memoria collettiva di chi, in quella data, era bambino o giovane o adulto. Così, in una sorta di flashback, alcuni vicentini rivivono quelle ore.

 

SERGIO CAMPANA. La bandiera del Lanerossi Vicenza e fondatore dell'Aic Sergio Campana aveva 35 anni nel giorno dell'allunaggio. «Stavo tornando dal Trentino - racconta l'avvocato bassanese - Intorno alla missione dell'Apollo 11 si era creata un'aspettativa straordinaria. Si percepiva il senso di qualcosa che avrebbe mutato il futuro di ciascuno. Così mi fermai nel primo albergo che incontrai sulla strada di casa e seguii l'evento alla tv». «Eravamo tutti sbalorditi da un'impresa che ritenevamo eccezionale - continua - Conservo un ricordo formidabile di quelle immagini, dell'entusiasmo collettivo che serpeggiava tra le persone. Ci sentivamo molto più che spettatori perché la conquista della Luna era una conquista dell'intera umanità».

 

ANNALISA CARRARA. Aveva 14 anni l'attuale co-direttrice artistica della Fondazione teatro civico di Schio, Annalisa Carrara. «All'epoca abitavamo a Valdagno - ricorda - In Italia erano anni molto caldi sotto il profilo sociale ed economico il clima nella città laniera rispecchiava quello nazionale. Seguimmo la trasmissione in tv e la prima cosa che oggi mi affiora alla mente è il viso di Stagno. Ricordo un'ampia partecipazione della comunità all'evento». Non solo. «Sentivamo i continui richiami artistici e letterari alla Luna in ciò che stava accadendo - dice - È stato un evento epico nel quale alcuni luoghi, Cape Canaveral per esempio, sono diventati conoscenza comune».

 

VALENTINO COCCO. Mons. Valentino Cocco, attuale direttore del Graziani di Bassano e già segretario e collaboratore del vescovo Pietro Nonis, aveva 19 anni. Aveva appena concluso il primo anno di Teologia ed era a casa per le vacanze: «C'era euforia nell'aria - ricorda - in quegli anni non avevamo tanto, sotto il profilo materiale, ma l'allunaggio ci dava speranza. Ci si chiedeva cosa succederà adesso? Cosa scopriranno ancora?». Cocco racconta l'evento alla tv di un vicino di casa: «Ricordo il volto e le parole di Stagno, quasi un grido - continua - Erano anni di contrapposizioni tra Usa e Urss, e quel giorno avemmo la sensazione di avere vinto qualcosa di straordinario. C'era gioia e tifammo per gli americani».

 

ANDREA LIBONDI. Nell'estate del 1969 l'ex caporedattore de Il Giornale di Vicenza Andrea Libondi festeggiava la maturità: «Ero in vacanza al mare con alcuni amici e vissi l'allunaggio con un distacco che presagiva la futura professione - sorride - Ricordo i giornali radio del mattino: parlavano solo di quello». Ma nemmeno quella isteria collettiva «contribuì a farmi vivere quelle ore con il trasporto emotivo che invece trascinò molte persone a salutare questa conquista come un fatto epocale - spiega Libondi - Pensai: era una cosa che si doveva fare. Stop». Tutt'altra storia «nella famiglia della mia futura moglie Rosanna (sorella del giornalista Gianmauro Anni), che all'epoca aveva nove anni. Mi ha raccontato che erano in montagna e quella notte seguirono la conquista della Luna da una delle prime tv portatili».

 

GIOVANNA DALLA POZZA PERUFFO. Dice l'accademica olimpica e presidente di Italia Nostra:  «Insegnavo letteratura italiana e storia all'Itis Rossi e ricordo che discutemmo prima dell'avvenimento. A questo seguì un tema. Ricordo anche che su tre classi solo cinque alunni optarono per quella traccia». L'allunaggio lo seguì alla televisione in famiglia. «L'evento era stato preceduto da un'attesa collettiva che si tradusse in una certa ansia al momento dell'allunaggio - spiega - Era evidente a tutti che si trattava di una tappa della lunga gara tra le potenze, Usa e Urss. Fui comunque contenta».

 

PIERGIORGIO PICCOLI. «Avevo 9 anni. Fu un'occasione straordinaria e non solo per il traguardo raggiunto dall'uomo - ricorda l'attore Piergiorgio Piccoli - Papà aveva riunito a casa alcuni colleghi e amici per seguire l'allunaggio in tv commentato da Stagno. Un piccolo apparecchio di due canali. A mio fratello e a me fu permesso di stare alzati fino a tardi». «Il 1969 fu l'ultimo anno in cui abitammo in viale Trissino e le famiglie dei condomini erano tutte sveglie - dice - Fu la prima occasione in cui un evento così importante fu condiviso nello stesso momento. Ricordo sentimenti analoghi con il mondiale di calcio Messico '70. La tv apriva le porte alle emozioni collettive».

 

GIORGIO SALA. Giorgio Sala ricorda quella notte come fosse ieri. L'ex sindaco che a settembre taglierà il traguardo dei 92 anni, nel luglio del 1969 di anni ne aveva 41. «Ero con la famiglia al mare per un breve riposo - racconta - Ricordo l'attesa nelle persone della conclusione di un'operazione affascinante vissuta come il trionfo della tecnologia e come un fattore di processo di avanzamento dell'umanità». «È impossibile dimenticare il volto e la voce di quel grande comunicatore, Tito Stagno, che parlava in Rai e condivideva la grande emozione di una conquista - dice l'ex sindaco - C'era la consapevolezza degli effetti scientifici che questo traguardo avrebbe prodotto». Nei giorni successivi «realizzammo dei manifesti che furono poi affissi sui muri della città per salutare questo evento. Sentivamo non appartenere solo agli Stati Uniti ma a tutta l'umanità - chiosa Sala - E ne discutemmo anche nel primo consiglio comunale convocato dopo l'estate».

 

PAOLO VIDALI. Il docente Paolo Vidali aveva compiuto 14 anni: «In famiglia c'era la tradizione di ritrovarsi in occasione di eventi particolari - spiega - Quella sera eravamo in 15 e ricordo esattamente dov'ero seduto. La memoria mi porta a considerare due aspetti. Il primo, di qualità, affonda le radici in quel periodo di guerra fredda tra Usa e Urss, palpabile anche dai più giovani. Avvertivo anche che davanti alla tv c'era l'umanità intera, che seguiva l'allunaggio indipendentemente dai luoghi e dal fuso orario. Quel giorno gli uomini si scoprirono come appartenenti a un'unica umanità». «Il secondo elemento di minore qualità - continua - è quel siparietto tra Stagno e Orlando, forse del tutto comprensibile, sul momento esatto in cui il veicolo toccò la Luna. Anni dopo scoprii che la ragione non era né dell'uno né dall'altro».

 

ALBERTO ZAMPERLA. «Ero in Alsazia per lavoro, avevo cominciato da poco nell'azienda di famiglia - racconta l'industriale Alberto Zamperla - e seguii l'allunaggio alla tv francese». All'epoca aveva 18 anni il vicentino che in seguito fornì attrazioni a parchi divertimento in tutto il mondo. «Ricordo l'entusiasmo contagioso di quell'impresa e l'emotività delle persone. Non era un'impresa "solo" americana, era un'impresa dell'umanità. A scuola tutti sognavano di fare l'esploratore nell'accezione di colui che compie qualcosa di straordinario. Poi arrivò l'uomo sulla Luna. Tutti ne andavano fieri - continua - Era un'epoca in cui il mondo era recepito dai giovani con curiosità, spirito di iniziativa, ispirandosi a esempi positivi. Il confronto con i giovani d'oggi è impietoso. Grazie al web hanno una conoscenza planetaria di un mondo che però non vivono e da cui sono isolati».

Federico Murzio

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