CAMISANO Ricordo ancora il momento esatto in cui sentii che qualcosa si sarebbe rotto per sempre. Avvenne mentre leggevo "Al culmine della disperazione" di E. M. Cioran. È una sorta di diario delirante, fatto di confessioni urlate, che paiono sbriciolare le pagine, scritto con una lingua - il romeno - tremendamente indisciplinata; adatta ad esplodere e a deformare il possibile più che a contenere e fare ordine. Era tarda notte, quasi mattina, e il giorno dopo sarei andato a scuola. Non ricordo quale fosse la riga precisa, però ricordo che in un preciso momento pensai: di questa manciata di attimi ne risentirò per tutta la vita. E fu davvero così. Quel libro rappresentò l'ingresso verso la consapevolezza, il male, o l'Irreparabile direbbe Cioran. Un viaggio pericoloso, ma necessario, specialmente laddove si è in preda ad un dolore senza nome, o con un nome che temiamo di nominare. Capii quel che mi serviva capire: l'arte è una forma di terapia. Si inciampa nella creazione per terapia, e anche ora penso questo sia l'unico modo per lasciare un'opera onesta, che non impallidisca di fronte al dolore di chi non ha il privilegio di creare. Oggi, sorrido a pensare che Cioran avrà scritto questo libro in preda ad una delusione d'amore. Per così poco, scomodare l'universo? E sorrido a pensare alle cadute di stile politiche di questo enorme pensatore. Poco importa: spesso uno scrittore si nasconde, e soprattutto si nasconde proprio laddove parla di se stesso. Lo diceva pure Sestov. Meglio provare con i romanzi. Ma Cioran non ne scrisse, anche se, secondo il grande romanziere argentino E. Sabato, avrebbe fatto bene a scriverne. Per cui, lo spirito di Cioran, si nasconde. C'è, vibra da qualche parte oltre il contenuto del suo pensiero. Sta a noi trovarlo. E non è un viaggio facile: tra il nostro cuore e le forme che creiamo, spesso c'è un abisso. A volte ritengo sia più interessante perdersi in questa voragine spaventosa, dove - perlomeno - non c'è saturazione bensì possibilità... Possibilità di perdersi, o forse libertà. Testo inviato dalla biblioteca di Camisano