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Un romanzo dolente
Travolge le convenzioni

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

BASSANO DEL GRAPPA

Il romanzo "Il male oscuro" di Giuseppe Berto, a distanza di molti anni dalla lettura, è rimasto impresso in maniera indelebile nella mia memoria. Ricordo che ero un po' scettico quando me lo consigliarono: a vent'anni leggevo quasi esclusivamente autori stranieri, ero esterofilo come lo si è spesso da giovani e temevo si trattasse di un autore italiano un po' grigio e noioso. Aperta la prima pagina rimasi sorpreso: periodi lunghissimi scanditi da virgole e virgole prima di trovare un punto fermo. Non avevo mai visto niente del genere. Iniziai a leggere e della punteggiatura me ne dimenticai presto, perché quel ritmo narrativo così incalzante rappresentava il naturale fluire dei pensieri dell'autore senza alcuna mediazione, un flusso di coscienza al quale bastava solo abbandonarsi. La lettura perciò risultò piana, scorrevole e coinvolgente. Giuseppe Berto si racconta in prima persona cercando di comprendere le origini del suo disagio esistenziale. Il romanzo ruota attorno alla figura del padre, con il quale l'autore ha un rapporto conflittuale che non troverà soluzione: morirà colpito da una grave malattia, e al figlio non resterà che assistere impotente alla sua fine. Questa vicenda causerà a Giuseppe Berto profondi sensi di colpa che sfoceranno in una grave depressione, il male oscuro appunto, dalla quale riemergerà faticosamente solo grazie a una terapia psicoanalitica. Nel romanzo la figura del padre è presente come un leitmotiv, come un nodo irrisolto che ritorna a galla dolorosamente. Giuseppe Berto al termine del libro si ritirerà a vivere in solitudine a Capo Vaticano. Un romanzo dolente di una sincerità disarmante, che solo alla fine lascia intravedere una possibilità di guarigione, e che travolge nell'urgenza di comunicare regole e convenzioni letterarie, per restituirci nella sua complessità l'animo dell'autore. Pubblicato nel 1964, "Il male oscuro" vinse due importanti premi letterari, il Viareggio e il Campiello, mettendo d'accordo critica e pubblico.

Testo inviato dalla biblioteca di Bassano del Grappa

Leo Gerolami

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