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Tutti i colori e la forza
del Veneto Orientale

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

PIOVENE ROCCHETTE

Iniziare la lettura di un libro “Piccola osteria senza parole” di Massimo Cuomo, dubitando, è scorretto. Perché scorretta e spiazzante è questa storia per chi non conosce il profondo Veneto orientale, quello dell’unico orizzonte, che non si riesce a vedere e che si sente solamente salire dall’odore dei fossi: l’ immobilità dei campi. L’entrata di un estraneo, è il sasso gettato nell’acqua salmastra di quella zona, dove laguna e campagna non sono distinte da confini. L’autore descrive, e ci riesce in maniera accattivante, la sua conoscenza di quell’angolo di Veneto, il colore, la forza e le pecche suoi abitanti. Questi, condannati a una situazione polverosa e ridicola, acquistano spessore e valore, proprio dalla mancanza di ossigeno e orizzonti che si trovano a vivere. Gente sapiente dei propri limiti, autosufficienti nella dipendenza, volgari nella propria ingenuità. Sconvolti dalla presa di coscienza del pregio delle parole, quelle che non sono più capaci di usare, proveranno a reimpararle, cambiando controvoglia i gesti di tutti i giorni. La buona capacità descrittiva di Cuomo ne dipinge un quadro multicolore di riscatto, di condivisione, di amicizia, fraternità e anche di amore, che in altre situazioni, più agiate e colte non sarebbero state espresse. Lo scrittore porta qua e là chi legge scansando, o centrando, le pozzanghere di quella zona, in un racconto grasso ed esilarante, ma sempre umano, e, a tratti, profondo. Talmente geniale e imprevedibile da far considerare i colpi di scena una cosa ovvia e temuta, come in una partita di calcio di torneo mondiale. Scritto bene, interessante per chi conosce appena questi luoghi e la sua improbabile gente, invogliante invece per chi vuole conoscerne un angolo, stando fermo con un libro in mano. In un libro dove il nome dell’autore è scritto, per adesso, più in piccolo del suo titolo. E mi piace un sacco leggere.

Testo inviato dalla biblioteca di Piovene Rocchette

Luigi Toniolo

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