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Quel viaggio a Brest
con Barbara di Prévert

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

CREAZZO

Un amico nel 1968 mi passò un libro. Prévert. Mai sentito. E scriveva cosa? Poesie. Poesie? Letture sdolcinate adatte solo a femminucce romantiche? Ma la curiosità fa miracoli e aprendo una pagina a caso trovai un inizio così: “Padre nostro che sei nei cieli, restaci” Uno che scriveva roba così diventava improvvisamente interessante. Fu una scoperta travolgente, Prévert era uno che aveva avuto il dono di commuovere, di stravolgere, di mandare fuori dagli schemi il senso stesso della poesia. “Questo amore, così violento, così fragile, così tenero, così disperato” Un grande, immenso poeta. Quante volte da ragazzo ho ricopiato queste frasi per cercare di conquistare qualcuna. Tra le poesie, una di quelle che più mi aveva colpito era Barbara. “Ricordati Barbara, pioveva senza sosta quel giorno su Brest e tu camminavi sorridente, serena, rapita, grondante sotto la pioggia”. Qualche anno dopo con tre amici un’estate partimmo per Normandia e Bretagna programmando come ultima tappa la nostra mèta più ambita: Mont Saint Michel. Da un mese ossessionavo tutti dicendo che sulla via del ritorno dovevamo assolutamente fare una deviazione per andare a Brest, il motivo lo sapevo io, e tanto bastava. Tirai tutti giù dal letto prestissimo e alle prime luci dell'alba partimmo. Me li ricordo ancora quei 250 chilometri sotto una pioggia torrenziale per arrivare a destinazione. La periferia fu una delusione, ma rincuoravo tutti, il centro era bellissimo. Doveva essere bellissimo! Non ho parole per descrivere la delusione di una città così brutta e anonima rispetto alle mie aspettative. Informandomi poi, lessi che nel 1944 Brest fu presa dagli alleati dopo 43 giorni di assedio, ormai rasa al suolo dai bombardamenti. Una città rifatta, ecco cos'era. I miei amici ogni tanto ancora mi rinfacciano quei 250 chilometri sotto il diluvio, ma per me quel posto resterà sempre quello in cui Prévert fa camminare sorridente Barbara, serena, rapita e grondante sotto la pioggia che cadeva senza sosta quel giorno su Brest...

Testo inviato dalla biblioteca di Creazzo

Giuliano Melison

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