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Marai, della passione
restano soltanto...Braci

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

ROMANO D’EZZELINO

Siamo soliti pensare all’attesa come a un tarlo che corrode l’anima fino a distruggerla del tutto. Eppure non è sempre così, soprattutto se in ballo c’è una verità da scoprire. Infatti Henrik e Konrad, i protagonisti del romanzo Le braci di Sàndor Màrai, pubblicato per la prima volta in Ungheria nel 1942, hanno vissuto senza mai vedersi per quarantun anni e a tenerli in vita è stata proprio l’attesa. E non a caso, è nella loro separazione che sta il terribile segreto che li unisce e li conduce, al termine della loro vita, alla resa dei conti. L’autore stesso rivela che «si trascorre un’intera vita preparandosi a qualcosa. Prima ci si sente offesi e si vuole vendetta. Poi si attende». E ha atteso, Henrik, nel suo immenso castello, perché sapeva che, prima o poi, l’amico sarebbe tornato, come si comprende fin dall’inizio, quando perviene a Henrik una lettera di Konrad che annuncia il suo imminente arrivo. E nell’attesa, il vecchio generale, inizia a rivangare il passato, mentre il lettore sente salire una tensione che, nel momento culminante dell’incontro, diverrà insostenibile. I due si erano conosciuti da ragazzini in un collegio militare a Vienna dove, nonostante la diversa condizione sociale e le loro differenti nature, avevano stretto un’amicizia «seria e silenziosa come tutti i grandi sentimenti umani destinati a durare una vita intera». Tuttavia, man mano che crescono, comincia ad aleggiare, simile a uno spettro, un presagio nefasto che si insinua proprio sulle loro diversità inconciliabili al punto che poi, inevitabilmente, si giunge al tracollo definitivo. Un romanzo carico d’intensità, in cui l’autore analizza lucidamente le passioni umane, solide e mutevoli insieme, addentrandosi nei cuori di ognuno di noi. «Guardiamo in fondo ai nostri cuori: che cosa vi troviamo? Una passione che il tempo ha soltanto attutito senza riuscire a estinguerne le braci». E in fondo, anche al lettore resteranno le braci di una storia che non si estinguerà mai nel suo cuore.

Testo inviato dalla biblioteca di Romano D’Ezzelino

Laura Battaglia

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